La Nuova Sardegna

Nuoro

Sub morto a Cala Luna l’inchiesta della Procura

di Giusy Ferreli
Sub morto a Cala Luna l’inchiesta della Procura

Da chiarire le cause della fine del poliziotto 48enne. Martedì mattina l’autopsia Il cordoglio della città e dei colleghi: «Eri un grande, ti rimpiangeremo tutti»

18 luglio 2021
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DORGALI. Una greve cappa di dolore ha avvolto il porto di Cala Gonone all’arrivo del subacqueo Paolo Sedda rimasto intrappolato nella grotta risorgiva di Cala Luna. È venerdì sera e sono da poco trascorse le 21 quando il suo corpo, recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco dopo un giorno e mezzo di disperate ricerche nel cunicolo sommerso grazie ad un’operazione complessa durata ore, tocca terra. Per le ricerche del 48enne di Gavoi – che si era immerso giovedì mattina con altri quattro appassionati e l’istruttore del centro diving di Gonone, Fabio Sagheddu – tredici speleo subacquei, provenienti dai comandi della Sardegna di Cagliari e Sassari e da quelli della penisola di Vicenza e Napoli, si sono avvicendati senza soste nelle acque del golfo. Lo hanno cercato sino al tragico epilogo che ha spazzato via anche il più piccolo barlume di speranza che ancora animava chi, familiari, amici e soccorritori, attendeva nel molo di Gonone una buona notizia. Dopo aver saputo del ritrovamento, a sedici metri di profondità ad oltre un centinaio di metri dall’ingresso della grotta, hanno aspettato l’approdo dell’imbarcazione con a bordo il corpo del poliziotto devastati dal dolore. Le persone che più gli stavano vicino ancora non possono salutarlo: l’autorità giudiziaria ora deve accertare quali siano le cause all’origine dell’incidente subacqueo. Su disposizione del sostituto procuratore di Lanusei, Gualtiero Battisti, la salma di Paolo Sedda è stata trasferita al policlinico di Monserrato. Qui, martedì, il medico legale, Nicola Lenigno, su incarico del magistrato eseguirà l’autopsia che potrà fare chiarezza su alcune circostanze. L’esame necroscopico potrà chiarire se il poliziotto abbia avuto un malore o se la sua morte sia dipesa da altri fattori. Al vaglio della Procura ogliastrina, infatti, ci sono altre due ipotesi che andranno verificate: la prima è che il sub abbia perso l’orientamento, la seconda che ci sia stata un’anomalia nell’attrezzatura utilizzata durante l’immersione, prontamente sequestrata dagli uomini della capitaneria di porto di Olbia che, già da giovedì pomeriggio, quando si è saputo che Sedda era disperso nella risorgente di Cala Luna, hanno avviato le indagini e coordinato le operazioni di ricerca. In particolare bisognerà verificare la presenza della sagola in grotta, una corda di sicurezza che avrebbe dovuto rappresentare una sorta di filo d’Arianna. Se è ancora troppo presto per dire cosa sia accaduto in grotta, di certo si sa che Sedda era un profondo e appassionato conoscitore del mare, al quale aveva dedicato un bellissimo libro fotografico. Con anni di esperienza alle spalle non solo come subacqueo tecnico ma anche come apneista. Di certo, infine, si sa che lascia un vuoto incolmabile tra chi lo ha conosciuto. Grande è il cordoglio per un uomo al quale tutti riconoscevano grandi doti umane e professionali, dagli amministratori di Nuoro, città dove Sedda si era trasferito da ragazzo e dove lavorava come assistente capo della Squadra mobile, ai suoi colleghi poliziotti. «Dopo ore di angoscia e speranza, è arrivata la tragica notizia. Esprimo a nome mio e della città vicinanza alla famiglia e alla polizia di Stato», scrive il sindaco Andrea Soddu. «Ciao Paolo, mancherai a tutti noi Paolo. Eri un collega attento disponibile: ti ricorderemo e ti rimpiangeremo tutti» è il ricordo di Vincenzo Chianese segreterio generale nazionale del sindacato dei poliziotti Equilibrio sicurezza e il suo collega segretario di Nuoro, Giovanni Cabras.

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