La Nuova Sardegna

Nuoro

È realizzato a Tortolì il drone stana-radiazioni

di Lamberto Cugudda
È realizzato a Tortolì il drone stana-radiazioni

Si chiama “RadHawk” lo ha creato la Dronelab di Antonio Ferraro  Il progetto è nato dalla collaborazione con l’Istituto di fisica nucleare

29 luglio 2021
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TORTOLÌ. È stato “battezzato” RadHawk, il nuovo, e unico al mondo, drone cacciatore di radiazioni, realizzato a Tortolì dalla Dronelab di Antonio Ferraro, 53 anni, di Piacenza, da tre lustri residente nella cittadina, dove ha famiglia. Il nome del nuovo drone non è stato scelto a caso: Rad (Radiation) si riferisce al fenomeno dell’emissione di energia di alcuni corpi e Hawk significa Falco, come un rapace a caccia di radioattività. «Dopo oltre un anno di sviluppo, sulla base del nostro SkyQube – ha detto Ferraro nella sede della sua Dronelab, dove ha anche il laboratorio in cui prepara questi “mostri tecnologici” insieme a Daniele Cabras, 46 anni, di Arona (Novara), con nonno di Pirri – presentiamo RadHawk, il nostro nuovo sistema Uav per la mappatura della radioattività ambientale attraverso la spettroscopia gamma. Nato dalla collaborazione tra Dronelab e Infn (Istituto nazionale di Fisica nucleare), questo innovativo Uav è in grado di monitorare aree contaminate e visualizzare i risultati in tempo reale direttamente sul radiocomando».

Come spiega Antonio Ferraro, lo scopo è quello di effettuare campagne di monitoraggio ambientale «non solo per la mappatura dei radionuclidi naturali ma anche per identificare radionuclidi artificiali rilasciati nell’ambiente, in discariche o aree di sversamento». Cosa che, grazie a RadHawk, sta facendo il Centro italiano ricerche aerospaziali in diverse regioni. Sia Ferraro che Cabras sono istruttori e piloti di droni, oltre a progettarli e costruirli. Alcuni sono stati utilizzati per delle riprese di trasmissioni come “Il Borgo dei borghi”, alcune serie e film. Il RadHawk, ha un’apertura alare di 1,3 metri e pesa appena 10 chili: una volta una volta ripiegato entra comodamente in una valigia di 55 x 55 x 40 centimetri. La sperimentazione è tutta “made in Tortolì”: è stata effettuata in aeroporto (in quanto soci fondatori di Avioclub Ogliastra che ha in concessione la pista), che si conferma sempre più come un volanoper le imprese locali. «L’impiego di RadHawk – prosegue Ferraro – è estremamente semplice. È sufficiente effettuare un volo manuale o una missione automatica a bassa quota per acquisire una mappatura dettagliata delle radiazioni sull’area della ricognizione. RadHawk farà il resto. È possibile controllare dal display del radiocomando l’intensità della radioattività, mentre a bordo i dati georeferenziati vengono pre-processati e trasmessi ad un server remoto per una visualizzazione in streaming attraverso una Web App».

Il drone cacciatore di radiazioni può svolgere missioni di 45 minuti. È in grado di gestire il riconoscimento di altri aeromobili e mettere in atto contromisure di coordinamento circa la stratificazione di quota e/o rientro al punto di decollo». Dronelab sta realizzando un drone speciale per un esercito europeo, oltre ad altri (dotati di termocamera) da utilizzare nella lotta agli incendi.

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