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LANUSEI 

L’Ogliastra parte dalla chiusura (annunciata) della pediatria

di Giusy Ferreli

LANUSEI. Hanno confidato per lungo tempo nella capacità della politica regionale di trovare una soluzione concreta alle innumerevoli criticità della sanità in Ogliastra. Invano. Ed ora che persino il...

22 settembre 2021
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LANUSEI. Hanno confidato per lungo tempo nella capacità della politica regionale di trovare una soluzione concreta alle innumerevoli criticità della sanità in Ogliastra. Invano. Ed ora che persino il punto nascita dell'ospedale di Lanusei è rimasto chiuso, seppure per pochi giorni, i sindaci ogliastrini si sono decisi a mettere nero su bianco le rivendicazioni di un territorio scippato dei servizi essenziali. Nel documento rivolto all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, e al commissario straordinario Ats, Massimo Temussi, gli amministratori fanno un dettagliato excursus sulle vicende che hanno portato alla chiusura temporanea del servizio. «Un interruzione di pochi giorni – incalzano gli amministratori che si sono riuniti spesso in conferenza sociosanitaria convocata dal presidente e sindaco di Lanusei, Davide Burchi – che però ha lasciato tutti sgomenti, sia per la battaglia “storica” che il territorio ha fatto su quel servizio sia perché era, per alcuni versi, preannunciata». Ricordano i sindaci, che la situazione del personale del Nostra signora della Mercede è talmente critica che è sufficiente una pur breve malattia per mettere in crisi la funzionalità di un intero servizio. «Vale – dicono – per pediatria e per tanti altri reparti tra cui, pronto soccorso, cardiologia, centro trasfusionale, radiologia, chirurgia e ortopedia che continua a funzionare da molto, troppo tempo, solo per 12 ore. Vale persino per la direzione di presidio e per altri servizi tra cui oncologia e riabilitazione, sempre più in difficoltà nonostante le continue rassicurazioni ricevute». Questa condizione è arcinota: da anni i sindaci, i sindacati, le associazioni, i comitati, chiedono investimenti sul personale ma la risposta è sempre la stessa: “non ci sono medici”. Nel frattempo le proposte del territorio (nomina primari, più concorsi e incentivi economici) rimangono inascoltate. «È noto a tutti che i medici, in particolare quelli ospedalieri, risultino in numero insufficiente a soddisfare le esigenze dell’utenza ma è altrettanto vero che il nostro ospedale e la nostra Assl hanno dimostrato in piena pandemia non solo un alto grado di efficienza ma anche la capacità di mettersi a disposizione della sanità regionale offrendo servizi ad altri territori». I sindaci, pronti a marciare su Cagliari nella manifestazione di venerdì, questo patrimonio non può essere indebolito.

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