La Nuova Sardegna

Nuoro

Lingua blu, si moltiplicano i focolai nelle campagne

di Tore Cossu
Lingua blu, si moltiplicano i focolai nelle campagne

Crescono di giorno in giorno i casi registrati negli allevamenti del territorio Gli ultimi hanno toccato Bolotana, Lei, Silanus, Noragugume, Ottana e Sedilo 

28 settembre 2021
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MACOMER. Ormai è allarme nella regione del Marghine per i numerosi casi di blue tongue che stanno interessando le greggi di pecore. Le ordinanze emanate dai sindaci del territorio non si contano più. Ogni giorno nelle campagne della zona emerge un nuovo focolaio di febbre catarrale, un morbo che colpisce soprattutto gli ovini che lentamente vengono portati alla morte.

I focolai venuti alla luce nell’agro di Bolotana, Silanus, Lei, Noragugume e nelle aree circostanti (in modo particolare Sedilo e Ottana) non sono altro che gli ultimi di una lunga catena che dintorni in giorno si allunga sempre di più. I territori che sono già stati dichiarati infetti dalla blue tongue sono quelli di Su ferularzu, S’Ospinu, S’Istarone, Putionis, Suerzone, Pudderigos, Cubadda, Durgui, Su Pitarzu, Nuraghe Corbos, Prugatoriu, Pretiosa. Tanto per citarne alcune che sono situate nella vallata del Marghine dove c'è un alta incidenza di allevamenti di pecore.

Negli ultimi tempi i sindaci interessati, dopo aver ricevuto le comunicazioni da parte del servizio veterinario della Asl sulla presenza del morbo nel territorio, non hanno potuto fare altro se non emettere le ordinanze di sequestro cautelativo delle greggi. Gli animali sono stati affidati in custodia agli stessi proprietari con l’obbligo di rispettare una serie di provvedimenti onde evitare che la malattia si possa propagarsi agli animali sani. Gli allevatori dovranno inoltre provvedere alla disinfestazione dei luoghi e a tenere gli animali malati in isolamento.

È vietato anche spostare il bestiame verso altri fondi senza avere prima l’autorizzazione del veterinario competente. Certo è che il fenomeno della lingua blu sta creando più di una preoccupazione agli allevatori della zona (anche se va detto che il problema interessa in generale tutta la Sardegna) che negli anni passati hanno già avuto a che fare con l'agalassia contagiosa che agli inizi del duemila causò una autentica mattanza di capi ovini. Un grosso danno per gli operatori del comparto agro-pastorale del comprensorio del Marghine dove si registra la presenza di numerosi e consistenti allevamenti di pecore. Si spera che con l'arrivo dei primi freddi la malattia possa regredire. L'altra speranza è legata alla somministrazione dei vaccini da parte delle competenti autorità sanitarie.

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