La Nuova Sardegna

Nuoro

Grido d’aiuto di una famiglia senza casa

di Alessandro Farina
Grido d’aiuto di una famiglia senza casa

Bosa. Coppia con un figlio, non sanno dove andare. Bussano al Comune

27 ottobre 2021
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BOSA. Cinque anni in una piccola camera con un minuscolo bagno a due passi dal fiume Temo. Questa la soluzione “di fortuna” che ha salvato la famiglia Caddeo dalla estrema situazione di dormire letteralmente in strada. Che si fa sempre più concreta, considerato che Alfonso, Maria ed il figlio Gianfranco stanno svuotando l’alloggio, che va lasciato libero per necessari lavori di ristrutturazione. Epilogo che si paventava già dalla primavera scorsa, e che aveva spinto ancora una volta la famigliola di Bosa ad un disperato appello alle istituzioni. Evidentemente con esito negativo. «I lavori dovevano iniziare in estate, sono stati rimandati all’autunno ancora una volta per venirci incontro. Ora dobbiamo proprio andare via» spiega Alfonso Caddeo. Il problema per lui, la moglie, sottoposta a diversi interventi chirurgici per una grave malattia nei mesi scorsi, ed il figlio, affetto da una patologia cronica, è che di alloggi in affitto nella città turistica a quanto pare non se ne trovano. In questi anni la famiglia Caddeo ha affrontato una situazione difficile, i genitori potevano dormire su un letto mentre il figlio doveva allestire un giaciglio a terra e riposare in un sacco a pelo. Questo in attesa che potesse liberarsi qualche appartamento di Area. La speranza sembrava diventare più vicina alla realtà nei mesi scorsi, quando è stata rivista la graduatoria degli aventi diritto e per il nucleo in difficoltà era arrivata una posizione tra i primi dieci in lista. Troppo, considerato che di alloggi disponibili a quanto pare per il momento non ce ne sono. «Nelle scorse ore abbiamo iniziato a liberare l’alloggio, caricando una piccola motocarrozzella e coprendo le cose con un telo, per ripararle dalla pioggia. Ma non sappiamo proprio dove andare, non ci sono soluzioni» l’ennesima disperata testimonianza di Alfonso Caddeo. Che ha chiesto aiuto come in passato all’amministrazione civica, mentre il tempo di una soluzione questa volta di assoluta emergenza si fa sempre più stretto. Alla famiglia era stato proposto qualche mese fa un altro alloggio, sempre d’emergenza. Ma quell’appartamento, ribadisce la famiglia di Bosa, come nei mesi scorsi, «Era di fatto un piccolo locale senza finestre, malsano e dove ancora si doveva allacciare acqua e luce. Siamo stati costretti a rinunciare». Le speranze a questo punto sembrano veramente risicate e Alfonso, Maria e Gianfranco Caddeo rischiano seriamente di rimanere letteralmente senza un tetto sulla testa.

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