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Sviluppo rurale e apicoltura: il futuro

Sviluppo rurale e apicoltura: il futuro

Ottana. Il gruppo “Il bugno” punta alla valorizzazione della cultura del miele

07 novembre 2021
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OTTANA. Cresce a Ottana e nel centro Sardegna la passione per la coltura e la cultura del miele. A fare il punto sulla situazione del comparto è stato il primo convegno sull’apicoltura che si è tenuto nei giorni scorsi. All’incontro, organizzato dal gruppo spontaneo regionale denominato “Il bugno”, dal nome dell’antica caratteristica arnia in sughero, hanno partecipato numerosi apicoltori prevenienti da tutta la Sardegna. Animatori dell’incontro sono stati Dario Mura di Ottana, Christian Fadda di Macomer e Claudio Carboni di Fonni, tutti referenti per la zona del gruppo “Il bugno” che conta già trecento iscritti. «L’obiettivo della riunione – ha detto Mura – è quello di dare vita a una società che abbia il compito di diffondere la conoscenza del mondo apistico e allargare le informazioni sull’allevamento delle api e sul ruolo dell’apicoltura nello sviluppo rurale della Sardegna. Per dare corpo a questo progetto – ha sottolineato ancora – occorre costituire dei piccoli punti informativi e dei musei sulla storia e la cultura del mondo apistico, coinvolgendo le scuole, gli apicultori per professione e gli appassionati di questo importante settore che nella nostra isola ha grandi potenzialità di sviluppo. Occorre, inoltre, potenziare i corsi di formazione professionale per incentivare i giovani a dedicarsi all’apicoltura». Al convegno hanno partecipato anche Marco Piu, ex docente di Laore ed esperto della ricerca scientifica sul mondo delle api e Giuseppe Caboni di San Sperate, imprenditore dell’azienda Mediterranea e veterano del comparto apistico. I relatori e gli esperti si sono soffermati non solo sui problemi che ostacolano la crescita del settore, ma anche sui percorsi da individuare per ampliarne la base produttiva. «I cambiamenti climatici, dei quali le api sono le prime sentinelle per natura – è stato sottolineato nell’incontro – influenzano negativamente lo sviluppo dell’apicoltura. A questo si aggiunge una scarsa sensibilità operativa della politica nei confronti del nostro settore spesso sottovalutato rispetto ad altri comparti rurali». La strada per la definitiva valorizzazione del miele, spesso prodotto in Sardegna a livello hobbistico, insomma, è ancora lunga, ma il gruppo che fa capo al sodalizio spontaneo “Il bugno” è pronto a impegnarsi a fondo per dare vita alle potenzialità di sviluppo del settore. “Occorre fare emergere – è stato detto – i punti di forza del comparto, quali l’ambiente naturale e la peculiarità del miele sardo che deriva dalle essenze tipiche della Sardegna come il corbezzolo, il cardo e l’asfodelo». (f.s.)



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