La Nuova Sardegna

Nuoro

Canto in ottave per Salvatore Satta

Canto in ottave per Salvatore Satta

Da Perdasdefogu a Nuoro, protagonista il poeta di Orune Mario Cherchi

20 novembre 2021
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NUORO. Dalla Notte di San Lorenzo, in occasione della intitolazione della piazza “Il giorno del giudizio”, alle Celebrazioni deleddiane, da Perdasdefogu a Nuoro. Il viaggio in versi del poeta di Orune Mario Cherchi è sempre in evoluzione. Il prossimo 3 dicembre sarà ospite al teatro Eliseo nel capoluogo della Barbagia per il 150° anno dalla nascita di Grazia Deledda, in attesa ancora che arrivi in città Orhan Pamuk per l’annunciato gemellaggio Isre nel segno del Premio Nobel per la letteratura. Cherchi ha già scritto un intero poema dedicato allo scrittore di Istanbul, poesia scritta in orunese e già tradotta in turco. A breve, inoltre, Mario Cherchi declamerà, proprio nel suo amato paese, la vita e le opere di Francesco Dore, medico e deputato vissuto a Orune nei primi anni del Novecento.

Continua insomma il viaggio tra i grandi della Storia di Sardegna, e non soltanto, da Grazia Deledda a Maria Lai, alla sindachessa di Ourne Margherita Sanna, da Antonio Gramsci ad Antonio Pigliaru, da Francesco Ciusa a Emilio Lussu. Con i suoi versi, ottave endecasillabe, ha reso omaggio anche a scrittori di fama mondiale come Gabriel Garcìa Màrquez, opera presentata proprio a Perdasdefogu. Proprio come ha fatto l’estate scorsa presentando, e declamando rigorosamente a memoria, ben sessanta ottave in memoria del grande scrittore e giurista nuorese Salvatore Satta. «Sos primos anno de s’elementare /t’insegnat Mossa melodico maestru /e t’acodas incantadu pro c’annare / chin sos alunnos attratos dae s’estru / dae Santu Predu s’intentu passu lestru /a cumbentu pro istudiare / inubbe cudd’iscola francescana / t’ispirat sa brillante mente sana». L’intero percorso di vita e le opere che hanno fatto del giurista un grande scrittore, sono raccontate in queste ottave. «Pro si connoscher s’omin’in sa bida / ne oras e minutos quietos / na bastan’a cumprender sos difettos / ca est una picada e s’infinida /finas a morres s’urtima sentida / sa losa canno tuttat sos segrettos /resuscitat si morit cad’ammentu / e restat immortale testamentu».

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