Budoni, progetto in difesa delle coste
di Sergio Secci
Via al posizionamento dei dissuasori sui fondali per contrastare la pesca illegale
24 novembre 2021
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BUDONI. Arrivano anche sulla costa orientale e in particolar modo sui bassi fondali della costa prospiciente il Comune gallurese i dissuasori per contrastare la pesca illegale e favorire la conservazione della biodiversità marina. Si tratta di un progetto messo a punto dalla Regione attraverso i finanziamenti Feamp 2014-20, per la protezione e il ripristino delle condizioni di vita della fauna ittica. «Il posizionamento di questi ostacoli è fondamentale per tutelare i pesci e preservare la posidonia – dice il sindaco di Budoni Giuseppe Porcheddu –. Siamo felici della scelta del Ministero volta al ripopolamento del mare permettendo di tutelare la piccola pesca, e di fatto impedendo alle grandi barche che praticano la pesca a strascico di avvicinarsi sottocosta. Il territorio di Budoni si trova tra due zone tutelate, l’Amp Tavolara-Capo Coda Cavallo e il Parco regionale di Tepilora, continuiamo quindi a ribadire la volontà di creare anche da noi delle zone di tutela. Pensiamo ad una zona “C” – prosegue – in cui sarà consentita la piccola pesca artigianale e sportiva, e alle zone di tutela integrale, le cosiddette zone rosse che potrebbero interessare lo scoglio di Pedrami e l’isolotto di Ottiolu». I dissuasori in cemento armato che si stanno montando nello slargo vicino al porticciolo di Ottiolu sono realizzati con un sistema scatolato e saranno a breve caricati su delle speciali imbarcazioni per essere posizionati in vari punti del fondale. Un progetto interessante anche secondo il direttore dell’Area marina protetta di Tavolara-Capo Coda Cavallo, Augusto Navone. «Il progetto – dice – permetterà la rigenerazione della fauna ittica e del benthos. Si tratta di un progetto sperimentale sicuramente interessante per la tutela dei nostri mari». I dissuasori oltre che fornire un sicuro rifugio per i pesci, diventeranno anche un ostacolo per la pesca a strascico che a volte viene praticata in modo illegale sottocosta. L’attività è infatti consentita ad una distanza non inferiore a un miglio e mezzo dalla costa, e su un fondale marino di almeno 50 metri. Accade però – aggiunge Navone – che qualche imbarcazione non rispetti le disposizioni di legge lavorando sui bassi fondali. Il posizionamento di questi scatolati è quindi importante per tutelare la fauna ittica e preservare la posidonia che fornisce rifugio e cibo a tante specie marine. Il progetto di Budoni, elaborato dall’ingegner Guido Beltrami, gestito e coordinato dal Onlus Oceanus è finanziato con un importo di quasi 300mila euro di fondi europei.