La Nuova Sardegna

Nuoro

confCOMMERCIO 

Sos dei panificatori: costi alle stelle, 900 aziende rischiano il tracollo

di Sandro Biccai
Sos dei panificatori: costi alle stelle, 900 aziende rischiano il tracollo

MACOMER. Per gli oltre 900 panificatori sardi non solo è sempre più arduo far quadrare i propri bilanci, ma è forte anche il timore che la crisi del settore, alimentata dei costi esorbitanti...

24 novembre 2021
2 MINUTI DI LETTURA





MACOMER. Per gli oltre 900 panificatori sardi non solo è sempre più arduo far quadrare i propri bilanci, ma è forte anche il timore che la crisi del settore, alimentata dei costi esorbitanti raggiunti da materie prime, energia, acqua, carburante, ed amplificata dalla concorrenza del pane precotto e confezionato, possa finire per travolgere le loro attività e coinvolgere nel disastro anche i 4 mila dipendenti. È un quadro non certo idilliaco quello emerso nell'assemblea dei panificatori che si è tenuta a Macomer alla presenza, tra gli altri, dell'assessore regionale al commercio, Gianni Chessa, del presidente della Camera di commercio di Nuoro, Agostino Cicalò, e del direttore della Confcommercio nuorese, Gianluca Deriu.

Il primo a lanciare l'allarme è stato Giampietro Secchi, leader regionale dei panificatori di Confcommercio, che ha sottolineato come l'intera categoria sia da tempo in sofferenza e fatichi ad andare avanti in maniera dignitosa, stretta tra costi esorbitanti, calo delle vendite, difficoltà a trovare manodopera e mancanza di ricambio generazionale. «Ci sono paesi della Sardegna – ha rilevato con amarezza Giampietro Secchi – nei quali non esiste più un panificio. È un elemento su cui riflettere e che deve spingere la politica regionale a intervenire con aiuti concreti. È essenziale partire con la formazione professionale, oggi del tutto assente».

Di formazione ha parlato anche Gianfranco Porta, panificatore di Gonnosfanadiga e presidente del comitato Coccoi Dop: «Dobbiamo dialogare con le università e cercare di introdurre master e percorsi di formazione adeguati ai tempi. Fare pane significa essere custodi di storia, tradizione, cultura, socialità, e per farlo bene dobbiamo disporre di strumenti adeguati».

Giuseppe Calvisi, capo di gabinetto dell'assessore Chessa, ha quantificato in un milione e mezzo annuo il costo necessario a sostenere una eventuale scuola di formazione.

Dopo l'accorato appello alla Regione di Caterina Fozzi, titolare di una delle otto attività di panificazione operanti a Macomer, è stato il turno dell'assessore Gianni Chessa, che ha spiegato come l'esecutivo Solinas «intenda investire risorse significative nel settore del commercio e del pane fresco», e ribadito «l'importanza della formazione e del fare sistema in un mondo in veloce evoluzione». L'esponente della giunta regionale ha poi preannunciato l'istituzione di un tavolo tecnico ed invitato i panificatori a formulare delle proposte operative su cui confrontarsi. La vice sindaca di Macomer, Rossana Ledda, ha infine lanciato l'ipotesi di una fiera regionale come stimolo per il rilancio e il consolidamento del settore.

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative