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Nuoro

Lottizzazione abusiva, chieste 17 condanne

Lottizzazione abusiva, chieste 17 condanne

Per l’accusa in un’area boschiva, nel litorale di Siniscola, erano stati realizzati fabbricati e opere di urbanizzazione

25 novembre 2021
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SINISCOLA. Condanne per tutti, con pene che vanno da un anno, a un anno e sei mesi di reclusione, fino al pagamento di una multa e alla confisca di beni. Sono queste le richieste avanzate ieri dal pubblico ministero Andrea Schirra per 17 imputati (inizialmente erano 21 ma nel frattempo tre di loro sono morti, e la posizione di un altro è stata stralciata), accusati a vario titolo di lottizzazione abusiva, falsità ideologica e abuso d’ufficio. Si tratta di Giuseppe Falconi, Giuseppe Cualbu, Palmira Tucci, Giovanna Cualbu, Decimo Congiu, Mario Casula, Diego Carzedda, Giulia Buffoni, Giuseppe Corrias, Martino Melis, Renzo Scremin, Massimo Melegaro, Albino Calvisi, Giovanna Cumpostu, Omar Cabras, Salvatore Marteddu e Giovanni Mura (difesi dagli avvocati Rinaldo Lai, Aldo Petta, Simonetta Pinna, Gianfranco Flore, Piera Pittalis, Francesco Lai, Mario Silvestro Pittalis, Franco e Claudio Sotgiu, Giuseppe Casu, Maddalena Boe, Sebastiana Buffoni).

Tra gli imputati ci sono proprietari terrieri, imprenditori agricoli, amministratori di una società immobiliare, ma anche funzionari del servizio Pianificazione e Urbanistica del Comune, responsabili, secondo l’accusa, di aver contribuito alla realizzazione della lottizzazione dando parere favorevole alla prima concessione edilizia e alle successive Dia. Per il pm non vi è dubbio che in quella collina in località S’Ena e Sa Chitta, nel litorale di Siniscola, ci sia stato un illecito frazionamento di interventi edilizi, realizzati senza controllo. Una zona agricola, dove erano stati frazionati e venduti i terreni per poi edificarvi fabbricati residenziali e opere di urbanizzazione. Nel 2013 – secondo il pm – erano state rilasciate concessioni senza verificare l’effettiva connessione funzionale tra l’edificazione e la conduzione agricola del fondo. Dal Comune non c’era stato un controllo sulla reale destinazione d’uso dei fabbricati. «Aree boschive – ha detto il pm Schirra, rivolgendosi ai giudici del collegio presieduto da Luisa Rosetti – sensibili dal punto di vista naturalistico che sono state trasformate e modificate nel tempo. La semplice visita dei luoghi varrebbe più di dieci perizie» ha sottolineato il pm, ripercorrendo i momenti salienti dell’istruttoria dibattimentale. Secondo l’accusa c’era stata compravendita di diversi lotti di terreno con la richiesta della concessione edilizia per la realizzazione di fabbricati, quali residenze agricole. In più casi, successivamente, c’era stata la richiesta e l’ottenimento di sanatoria e di aumento volumetrico degli immobili. Tra i fatti contestati, la realizzazione di due fabbricati da destinare ad attività ricettiva, connessa ad attività agrituristica su una superficie di due ettari, in contrasto con quanto previsto dal Dpgr. Prossima udienza il 24 gennaio con le arringhe della difesa. (k.s.)

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