La Nuova Sardegna

Nuoro

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Associazione per delinquere: udienza dedicata alla difesa

NUOGO. È proseguita la discussione del processo davanti al gup, Giovanni Angelicchio, per dieci imputati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto, alla loro...

26 febbraio 2022
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NUOGO. È proseguita la discussione del processo davanti al gup, Giovanni Angelicchio, per dieci imputati accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al furto di auto, alla loro ricettazione, al riciclaggio e alle frodi in danno di assicurazioni, che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Dopo la requisitoria del pm Riccardo Belfiori, che nel corso della precedente udienza aveva ricostruito i passaggi cruciali dell’indagine, e chiesto la condanna per 9 imputati (10 anni e 2 mesi per Antonello Musina; 9 anni e 3 mesi per il fratello Lorenzo; 4 anni e 6 mesi per Guido Cherchi; 3 anni e 2 mesi per Stefano Coppo; 2 anni e 2 mesi per Claudio Flore; 8 mesi per Andrea Murru; 8 mesi per Valentina Cossu e 8 mesi per Mario Calledda), ieri le parti civili hanno depositato memoria scritta e si sono associate alle richieste del pm. Stessa cosa ha fatto l’avvocata Giovanna Serra, difensore dell’imputato Melchiorre Paddeu, per il quale l’accusa aveva chiesto sentenza di non doversi procedere per mancanza di querela. L’udienza è proseguita con l’arringa dell’avvocato Antonello Cucca che ha chiesto il proscioglimento di Flore. «Il mio assistito non poteva essere il mandante del furto dell’auto di Assemini, perché non aveva mai avuto contatti con Stefano Coppo, considerato l’autore materiale. Flore aveva contattato i fratelli Musina per poter aggiustare la sua auto, ma visto il preventivo aveva deciso di cederla a loro per usarne i pezzi. Questi dovevano a Flore 3mila euro. Avendo ricevuto dai Musina solo parte del denaro, il mio assistito aveva deciso di mettere in vendita l’auto. Non sapeva, però, che le targhe e la centralina della sua auto erano state usate per portare a Mamoiada l’auto rubata ad Assemini. Tant’è – ha detto ancora – che poi gli erano state rese dalle forze dell’ordine. Flore era riuscito a vendere la sua macchina con le targhe originali, come dimostrato dai documenti del Pra». Dello stesso tenore l’arringa dell’avvocata Caterina Zoroddu, difensore di Murru: «Manca l’elemento soggettivo del reato – ha detto –. Il mio assistito è accusato di aver fatto da staffetta all’auto rubata ad Assemini, ma era ignaro e inconsapevole della provenienza illecita della vettura. Non ci sono indizi validi per sostenere l’accusa». La difesa di Cherchi, al quale era stato contestato il reato di peculato per aver ceduto un’auto sottoposta a sequestro amministrativo, ha evidenziato l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche. «La Procura – ha sottolineato l’avvocato Fabio Varone – ha modificato l’imputazione e chiesto la trasmissione degli atti quando già il mio assistito era a processo per omessa custodia del mezzo. Chiedo la derubricazione in reato meno grave». (k.s.)

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