La Nuova Sardegna

Nuoro

Rapina all’Ambra night: tre assoluzioni

di Kety Sanna
Rapina all’Ambra night: tre assoluzioni

Processo “bis” per gli imputati davanti alla Corte d’appello di Cagliari. Secondo i giudici non hanno commesso il fatto

09 marzo 2022
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NUORO. Dopo due condanne in primo grado e in Appello, e una sentenza annullata con rinvio in Cassazione, ieri si è concluso con un’assoluzione il processo “bis” in Corte d’Appello a Cagliari per la rapina all’Ambra night di San Teodoro, e il tentato omicidio del carabiniere Stefano Montenegro, rimasto ferito nel tentativo di sventare il colpo la notte del 16 agosto 2008. Salvatore Mele, di Orune, Luigi Rubanu e Valentino Dettori di Orgosolo, sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

Una vittoria su tutta la linea per i difensori degli imputati, gli avvocati Tullio Moni, Gianfranco Siuni e Tito Flagella che davanti alla Corte d’appello di Cagliari, presieduta da Massimo Poddighe, hanno ribadito l’impianto difensivo che nel 2018 aveva portato i giudici della Suprema corte a ribaltare le due precedenti sentenze di condanna e rinviare a nuovo processo.

I difensori dei tre imputati hanno insistito ancora sul “travisamento della prova” e hanno confermato che dall’attenta e corretta lettura dei tabulati telefonici di quella giornata di agosto di 14 anni fa si dimostrava ampiamente che gli imputati erano diretti non certo a San Teodoro. I difensori hanno messo in discussione il contenuto delle intercettazioni e soprattutto la libera interpretazione che era data ad alcune frasi. Secondo gli avvocati Tullio Moni, Gianfranco Siuni e tito Flagella, proprio alla luce della lettura corretta del contenuto delle conversazioni telefoniche non sussisteva alcuna prova agli atti di una preventiva pianificazione e programmazione della rapina ad opera degli imputati.

Anche sui mozziconi di sigarette trovati sul luogo della rapina, che secondo l’impianto accusatorio, almeno inizialmente, erano da ricondurre agli imputati, era stato provato il contrario.

Una perizia disposta in sede di incidente probatorio, entrata poi nel fascicolo del processo che si era celebrato con rito abbreviato, aveva stabilito, infatti, che dei sette mozziconi “repertati” sullo spiazzo dell’Ambra night e lungo la via di fuga, non vi era traccia del Dna degli imputati. Nel corso dell’ultima udienza il procuratore generale Giancarlo Moi, però, sposando l’intero impianto accusatorio su cui si erano basati i processi precedenti, alla fine della discussione aveva chiesto ai giudici della Corte, la conferma della condanna inflitta in primo grado, e poi confermata in Appello: ossia 8 anni e 4 mesi per Salvatore Mele e Luigi Rubanu, e 6 anni per Valentino Dettori.

Ieri il verdetto del presidente della Corte, invece, ha dato ragione ai difensori dei tre imputati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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