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Nuoro

Assenteismo in Comune a Nuoro: reati prescritti

Kety Sanna
Assenteismo in Comune a Nuoro: reati prescritti

I difensori avevano chiesto al giudice una pronuncia nel merito. Emessa sentenza di assoluzione per un solo imputato

16 marzo 2022
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NUORO. Si è chiuso davanti al giudice Claudia Falchi Delitala, il processo a carico dei sei dipendenti del Comune di Nuoro, accusati di truffa ai danni dello Stato, per essersi allontanati per un certo numero di ore dal luogo di lavoro, senza aver timbrato il cartellino, nel periodo che va dal marzo 2013 al maggio 2014. Ieri la sentenza: di non doversi procedere per estinzione del reato per gli imputati Graziano Mingioni e Mariano Mura, difesi dall’avvocato Angelo Manconi, Antonio Mingioni e Pietro Soru, difesi dall’avvocato Basilio Brodu, Matteo Floris, difeso dall’avvocato Antonio Meloni. Assoluzione perché il fatto non sussiste, invece, per Mario Pinna, difeso dall’avvocato Milena Patteri. Prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio si è tenuta l’arringa dell’avvocato Brodu che in via principale ha chiesto per i suoi assistiti (Mingioni e Soru) un’assoluzione ai sensi dell’articolo 530, e solo in via subordinata ha condiviso la richiesta formulata dal pm, sotto il profilo estintivo.

«Il tema che questo processo pone in evidenza è relativo ai rapporti tra la prescrizione e l’articolo 129 del Codice di procedura – ha detto il legale –. L’argomento finalizzato ad evitare che un procedimento penale su un cittadino, alla fine del suo percorso, non lasci né colpevoli né innocenti. L’articolo 129, comma 2, stabilisce il proscioglimento nel merito, anche in caso di sussistenza di una causa estintiva del reato, tramite le sentenze di assoluzione o di non luogo a procedere. Impone al giudice di non arrestarsi alla constatata prescrizione, ma di valutare la sussistenza degli elementi per l’assoluzione nel merito». Il difensore di Mingioni e Soru nell’analizzare il procedimento, non si è limitato a farlo solo sotto l’aspetto giuridico ma anche umano. «In questo caso ci troviamo davanti a persone di alta professionalità, di capacità e impegno riconosciuto verso la pubblica amministrazione che soltanto percorsi non chiariti dentro l’istruttoria, svolta del processo, hanno fatto intuire». Quindi il difensore, è partito dal decreto che dispone il giudizio, caratterizzato da “genericità e indeterminatezza”. «Nell’incolpazione formulata, l’unico elemento richiamato è il ruolo e la funzione dei dipendenti del Comune – ha detto ancora Brodu –. Le condotte da contestare sarebbero legate all’assenza dei permessi e alla vidimazione prima dell’uscita dal palazzo. Raggiro e artificio in ragione di cosa – si è chiesto l’avvocato – se agli atti è emerso il malfunzionamento del sistema di vidimazione, e anche il fatto che l’uscita dal palazzo municipale poteva essere autorizzata senza obbligo di marcatura. Ne abbiamo avuto riscontro dalle autorizzazioni del dirigente e dalla compilazione del registro di piano. Prove rafforzate poi in aula, dalla testimonianza del dirigente Ivan Costa e dalla funzionaria Maria Lucia Malandrino». Il difensore si è poi concentrato sull’attività che Mingioni, in particolare, svolgeva all’esterno del palazzo, per la quale le uscite erano giustificate. «Antonio Mingioni gestiva gli asili nido e il servizio polivalente sulle estreme povertà – ha proseguito l’avvocato –. Inoltre le immagini fotografiche raccolte nelle hall non hanno provato l’allontanamento dal Comune ma hanno solo indicato dei soggetti in sosta all’interno del palazzo. L’uso dell’uscita secondaria, inoltre – ha aggiunto – non comprava allontanamenti illeciti. I dipendenti che per servizi esterni usano le auto del Comune, devono per forza uscire dal retro dove sono parcheggiate le vetture».

In ultimo i dati relativi all’attività di pedinamento finalizzata a provare la responsabilità degli imputati.

«Nel caso di Mingioni – ha detto il suo legale – è stato seguito per giorni e per ore, anche mentre era in ferie. Allora che dati probatori, se non al contrario, possono avere fornito questi pedinamenti? Gli altri avvistamenti che ci sono stati, rientrato tutti all’interno di quelle assenze disciplinate dal regolamento comunale».

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