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Nuoro

La Banca d’Italia rimette in vendita l’ex sede a Nuoro

La Banca d’Italia rimette in vendita l’ex sede a Nuoro

Chiusa dal 2009, risale al 1966 e ha una superficie commerciale di 2700 mq Non c’è base d’asta: nel 2013 la cifra richiesta era vicina ai tre milioni e mezzo

23 marzo 2022
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NUORO. Se siete interessati all’acquisto di un immobile prestigioso quanto imponente in pieno centro, è meglio che vi sbrighiate, perché c’è tempo sino al 14 aprile per presentare una manifestazione di interesse. Parliamo dell’ex filiale della Banca d’Italia, l’edificio di cinque piani (quattro fuori terra più un seminterrato) che si affaccia su piazza Italia, al numero uno di viale Europa. Realizzato nel 1966, è rimasto operativo sino al 2009, quando Banca d’Italia lo ha chiuso in un’ottica di razionalizzazione che ha interessato molte filiali provinciali in tutto il territorio nazionale. Ora la decisione di mettere in vendita questi edifici che sono rimasti inutilizzati.

L’avviso di vendita è comparso da qualche settimana sul sito web della banca e anche sull’ampio portone a vetri, chiuso da tempo come si diceva, della sede di viale Europa. La superficie lorda è imponente, quattromila 440 metri quadri, ma la superficie commerciale complessiva è di 2.687 mq, com’è precisato nell’annuncio. Quanto costa? Banca d’Italia non ha indicato alcuna base d’asta per le manifestazioni di interesse, ma il prezzo proposto dovrà comunque essere indicato obbligatoriamente, pena l’esclusione dalla procedura. «Dopo la scadenza del termine di presentazione delle manifestazioni di interesse – è scritto nell’avviso – la Banca d’Italia si riserva, a proprio insindacabile giudizio, di valutare l’ammissione dei soggetti interessati alle eventuali fasi successive anche sulla base del prezzo indicato».

L’immobile si può acquistare per intero o diviso in due lotti. Il lotto A, di circa 1.780 mq, «relativi alla componente con prevalente destinazione d’uso direzionale», e il lotto B: «circa 907 mq relativi alla componente dell’immobile con prevalente destinazione d’uso residenziale». Da notare che l’immobile era già stato messo in vendita nel 2013, nella sua interezza in quella occasione, da parte di una società incaricata dalla Banca d’Italia. Allora era stata indicata una base d’asta, fissata a tre milioni e 485 mila euro, ma il bando era andato deserto. Dopo la chiusura del 2009, inoltre, l’amministrazione comunale, sindaco Mario Zidda, si era offerta di acquistare il palazzo – anche per il fatto che si trova proprio di fronte al municipio – a un prezzo simbolico, ma la proposta non era stata accolta. A quanto risulta l’attuale amministrazione guidata da Andrea Soddu non è interessata a partecipare al bando odierno.

L’immobile viene descritto in buone condizioni, anche per via della costruzione relativamente recente e delle continue manutenzioni alle quali è stato sottoposto durante il suo utilizzo più che quarantennale. Nella vasta sala del piano terra si trovano gli sportelli e gli uffici, mentre nel seminterrato i locali in cui veniva custodito il denaro: l’antisacrestia, come veniva chiamata dai dipendenti della banca, nella quale si conservavano, all’epoca della lira, somme attorno ai cento milioni; e la sacrestia vera e propria, dove la somma in contanti raggiungeva tranquillamente il miliardo di lire. Nei piani superiori ecco gli appartamenti del custode, del cassiere, poi del vice direttore e del direttore (quest’ultimo era di oltre trecento metri quadri). Al secondo piano c’era anche un distaccamento dei carabinieri. Il palazzo ha anche un ampio garage con ingresso in via Brigata Sassari. L’immobile non è sottoposto al vincolo di interesse storico-artistico, è precisato nel bando.

La prima sede cittadina della Banca d’Italia, in piazza Vittorio Emanuele, attiva sino agli anni ’60, acquistata dal Comune nel 2006, è stata venduta due anni fa a un privato per 638mila euro. (p.me.)

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