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Nuoro

La proposta da Nuoro: «Una grande provincia con Gallura e Ogliastra»

Francesco Pirisi
La proposta da Nuoro: «Una grande provincia con Gallura e Ogliastra»

Dopo la bocciatura della riforma degli enti locali il Nuorese torna ai minimi storici. La proposta del super-ente è di Prevosto (Pd). Favorevole anche il sindaco Soddu

28 marzo 2022
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NUORO La bocciatura del ricorso del Governo contro la riforma degli enti locali riconsegna a Nuoro una provincia ridotta. Tanto che si pensa già a correre ai ripari, con la creazione di una super-provincia (o, meglio, un unione di province) che metta insieme Nuoro con la Gallura e l’Ogliastra, che hanno riconquistato l’ente intermedio proprio grazie alla legge approvata un anno fa dalla Regione. Ipotesi di aggregazione contenuta in un ordine del giorno del Consiglio comunale del capoluogo, di cui è primo firmatario il Pd Carlo Prevosto. Lo spacchettamento istituzionale effetto della riforma riporta Nuoro alla situazione precedente al referendum 2012, che aveva abolito le quattro province regionali, ad appena un decennio dalla loro istituzione, del 2001. I 74 comuni attuali si riducono così a 51. Gli abitanti passano da 199mila a circa 140mila. Mancheranno le aree costiere, da Baunei a Tertenia. Mentre nell’interno, sarà il Gennargentu a fare da confine tra la parte nord-ovest, nuorese, e il meridione ogliastrino. Condizione che sarà resa effettiva non appena la Regione emanerà i provvedimenti per indire le elezioni. Questa situazione ha fatto lanciare l’Sos istituzionale in Barbagia.

Lo scorso novembre, nel convegno sulla legge per la montagna, il sindaco di Gavoi, Salvatore Lai aveva sottolienato: «Presto Nuoro tornerà a essere una “provincetta”. L’unica via d’uscita è unirsi nei territori e fare valere le specificità ambientali delle nostre aree interne». La super-provincia tirrenica, cara al Pd nuorese, ha i connotati per sottrarsi a un nuovo isolamento. Tantoché, proprio ora che la riforma dell’amministrazione del governatore Solinas non ha più nulla da temere, l’odg Prevosto dovrebbe approdare nell’assemblea civica di Nuoro. C’è il giudizio favorevole del sindaco Andrea Soddu: «Io sarei d’accordo sull’ipotesi dell’Unione delle province tirreniche. Un ente vasto e forte – spiega – che vada da Arbatax a Santa Teresa di Gallura, mettendo dentro il Gennargentu, insieme a tutte le aree interne».

In questo caso la motrice economica sarebbe rappresentata dalla Gallura, perché l’area segnata dai maggiori livelli di crescita. Contestualmente si è ridotta la forza del cuore dell’isola, quella delle conquiste del dopoguerra e degli stessi investimenti legati al piano di Rinascita. Ma sempre Soddu vede la validità della costruzione istituzionale solo se accompagnata da alcuni elementi: «Proprio in virtù di quanto è successo nell’ultimo anno – ha spiegato – serve un ulteriore intervento legislativo, per fare sintesi e dare equilibrio alla rete degli enti territoriali».

Il principio dettato da Soddu ha avuto anche altre paternità, ma sinora non è andato oltre lo stadio dei desideri. Se dovesse riparlarsene, sarà dopo che la rete delle sei province sarà riattivata, al fianco delle città metropolitane di Cagliari e Sassari. Gli enti storici (Sassari, Nuoro e Oristano) sono infatti commissariati dal 2015. Per quest’anno si prevedono le elezioni. Nuoro, nel suo corpo ridotto di 51 comuni, sarà al minimo storico dal 1927, quando partì l’ente intermedio “concesso” dal fascismo. In quell’ente c’era anche la Planargia, parte della Gallura, il Sarcidano e, soprattutto, l’Ogliastra. Quasi un secolo dopo, dalla provincia all’idea della provincia vasta, tirrenica.

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