La Nuova Sardegna

Nuoro

Tribunale

Morte dei fratelli Pintor, il caso è stato archiviato

Morte dei fratelli Pintor, il caso è stato archiviato

Il gip chiude il procedimento nei confronti di sei dirigenti dell’Anas che avrebbero dovuto occuparsi della sicurezza della Statale 129

23 maggio 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Nuoro Caso chiuso. Dopo tre mesi di camera di consiglio, il gip del tribunale di Nuoro, Giovanni Angelicchio ha sciolto la riserva e «non segnalando profili di colpa» ha ordinato l’archiviazione del procedimento penale per omicidio colposo, nei confronti di sei dirigenti Anas che dovevano occuparsi della sicurezza della Statale 129, dove il 25 dicembre 2017 persero la vita i fratelli Francesco e Matteo Pintor, di 24 e 16 anni. Nessuna responsabilità, dunque, per Pasquale Ruggeri e Pietro Schirru (responsabili ufficio manutenzioni), Valter Bartolan (coordinatore territoriale), Enrico Atzeni (responsabile area compartimentale di Cagliari), Sirio Mascia (capo nucleo manutenzioni), Giovanni Satta (capo cantoniere) difesi dagli avvocati Andrea Pogliani, Maria Francesca Fenu, Matteo Pinna e Giuseppe Ledda.

Attraverso i legali Marcello Mereu e Ivano Iai, i genitori dei ragazzi, Michele Pintor e Annarita Doneddu e il fratello Giovanni, avevano denunciato i funzionari dell’Anas che non avrebbero reso sicura la strada, per la mancata installazione di guard-rail idonei a proteggere la vita degli utenti. Il pm del tribunale di Nuoro, Andrea Ghironi, però, si era espresso per l’archiviazione, ritenendo che non ci fossero elementi sufficienti per procedere. C’era stata opposizione all’archiviazione da parte dei Pintor che attraverso i loro avvocati avevano chiesto l’imputazione coatta o in subordine un supplemento di perizia sul guard-rail sul quale si schiantò l’auto nella quale viaggiavano i due fratelli.

Alla guida della vettura c’era il cugino dei Pintor, Alessandro Satta: perse il controllo dell’auto perché, come venne accertato in seguito, la sindrome di Brugada gli causò un black out di coscienza. La Fiesta finì su un guard-rail non interrato, divenuto una lama che aveva ucciso Matteo e Francesco. Gli avvocati Marcello Mereu e Ivano Iai, ora attendono di conoscere le motivazioni. «Aspettiamo di leggere come il giudice ha motivato la sua ordinanza per valutare se ci siano elementi per un’eventuale impugnazione – dice l’avvocato Iai –. Che quel tratto fosse un tracciato mortale è stato appurato. Lo dimostrano i lavori che l’Anas sta portando avanti. Già questo ci ripaga. Gli sforzi e le fatiche dell’associazione #AdessoBasta! sono serviti». A distanza di sei anni da quella tragica mattina di Natale, lungo la “Trasversale sarda” i lavori tanto attesi sono iniziati e procedono spediti. L’obiettivo è dare sicurezza in un tratto segnato da incidenti drammatici che si spera non accadano più.

In Primo Piano
Il fatto del giorno

Sassari-Olbia, c’è la proroga: sarà ultimata nel 2025

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative