La Nuova Sardegna

Nuoro

Il caso

Tetraplegico, ma l’ambulatorio di Nuoro è inaccessibile perché nell’ingresso ci sono i gradini

di Simonetta Selloni
Tetraplegico, ma l’ambulatorio di Nuoro è inaccessibile perché nell’ingresso ci sono i gradini

Un pensionato si è visto costretto a rinunciare al medico di base. «Mi sono rivolto alla Asl ma non ci sono altri professionisti liberi»

29 ottobre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Nuoro Mancano i medici di base, non è una novità. Ma nel mare dei disagi provocati da una carenza certificata dai numeri dell’Azienda regionale per la salute, 473 sedi vacanti nell’isola (come La Nuova Sardegna ha riportato due settimane fa), si annidano storie particolari. Uomini e donne in profonda difficoltà senza che il sistema possa efficacemente intervenire. Come nel caso della vicenda di un pensionato originario di Nuoro, ma per anni residente nell’Oristanese, tornato sei mesi fa nella sua città d’origine.

Ha 70 anni ed è tetraplegico, una condizione di fragilità che richiede cure assidue, sedute di fisioterapia, una interlocuzione costante con un medico. Ad avercelo il medico. O meglio: ad avercelo accessibile. «Quando sono arrivato a Nuoro mi sono mosso per cercare un medico di base. Ho trovato una dottoressa che aveva ancora dei posti disponibili e mi sono iscritto nella lista dei suoi pazienti. Poi però ho scoperto che l’accesso al suo ambulatorio è condizionato da quattro gradini. Capisco che potrebbero non essere tanti, ma per me si tratta di un impedimento insormontabile». Il pensionato ha parlato con la dottoressa, la quale ha specificato che il suo ambulatorio è a norma, confermandogli la disponibilità a fargli avere le prescrizioni online. «Ma io non ho solo bisogno delle prescrizioni. Devo anche essere visitato» e come dargli torto.

Di fatto il pensionato ha rinunciato all’assistenza, per evidenti motivi, e quindi si è posto il problema di trovare un altro medico di base. «Sono andato diverse volte alla Asl, al servizio di scelta e revoca del medico, ma mi hanno detto che purtroppo non ci sono professionisti disponibili. Hanno tutti esaurito la disponibilità di posti, io davvero ora non so come comportarmi». Una cosa è chiara: il pensionato è in una situazione che lo costringe a ricorrere con una certa frequenza al medico, per avere le impegnative per la riabilitazione, per analisi e prescrizioni di medicinali. Impossibile pensare che possa far ricorso alla guardia medica – che peraltro non potrebbe prescrivere certe prestazioni –, oppure al pronto soccorso dell’ospedale.

Si chiama medicina di base proprio per questo motivo, perché il sistema affida ai medici di famiglia le prestazioni di base, salvo rinviare i pazienti a specialisti o strutture per cure specialistiche. Ma se nessuno le prescrive, si entra in uno stallo pauroso. La situazione è tanto più grave quanto più si è anziani, a mobilità ridotta, e soprattutto soli. Una condizione comune a tante persone. «Sono tornato anche giovedì scorso per la scelta del medico, ancora nulla», dice il pensionato.

Un caso come altri, sicuramente. Ma questo non lo rende meno assurdo e inaccettabile.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Valditara: «Scuola con meno precari e stipendi più alti ai docenti»

di Silvia Sanna

Video

Tragedia di Ozieri, Fedez: «Abbiamo fatto un minuto di silenzio per Gioele, perché questa polemica?»

Le nostre iniziative