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Il processo

L’omicidio di Mirko Farci a Tortolì: perizia psichiatrica per l’assassino

L’omicidio di Mirko Farci a Tortolì: perizia psichiatrica per l’assassino

Prima udienza d’appello a Cagliari: disposto l’esame per il pakistano Shahid

17 novembre 2023
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Cagliari Riuniti i due processi, per maltrattamenti e per omicidio, con lo stesso imputato, il 31enne pakistano Masih Shahid, e affidato l’incarico per eseguire la perizia psichiatrica così come chiedeva da tempo il suo legale Federico Delitala. Da adesso in poi, dunque, la palla passa all’esperto Pasquale Trebisonda. Sarà lui, entro quaranta giorni, a stabilire se alla luce dei suoi accertamenti l’imputato sia o meno in grado di partecipare in modo consapevole al processo e alle vicende che lo riguardano. E se fosse in grado di intendere e di volere al momento dei tragici fatti avvenuti l’11 maggio del 2021 a Tortolì, quando aveva ucciso Mirko Farci, 19 anni, il figlio della sua ex compagna, e aveva tentato di uccidere anche quest’ultima, Paola Piras: la donna era stata ferita in maniera gravissima e ha trascorso un lungo periodo in coma.

Una vicenda terribile che aveva scosso l’intera isola. L’ok alla perizia è arrivato ieri mattina a Cagliari, su decisione del presidente della corte d’assise d’appello Massimo Costantino Poddighe che presiedeva anche il processo per maltrattamenti aperto nei confronti dello stesso Shahid. E proprio per poter assegnare l’incarico, il presidente ha deciso dunque di riunire le due vicende giudiziarie che attualmente vedono Masih come imputato: quella per maltrattamenti e quella per l’omicidio di Mirko Farci e per il tentato omicidio della mamma di quest’ultimo, Paola Piras, che si è costituita parte civile ed è rappresentata dall’avvocato Marcello Caddori. Da adesso in poi, dunque, le due vicende saranno riunite nello stesso processo e non correranno più parallele. Ma il loro destino nei prossimi mesi dipenderà in gran parte dalla perizia che lo psichiatra Pasquale Trebisonda dovrà eseguire su incarico della corte d’assise d’appello di Cagliari.

In primo grado il 31enne pakistano era stato condannato all’ergastolo con quattro mesi di isolamento diurno. Per i maltrattamenti, sempre in primo grado, è stato invece condannato a 3 anni.

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