La Nuova Sardegna

Nuoro

Il processo

Siniscola, sperona e insegue l’ex e l’amica: «Le spacco la faccia»

Siniscola, sperona e insegue l’ex e l’amica: «Le spacco la faccia»

Una sessantenne finisce davanti al giudice monocratico anche per aver diffuso alcuni filmati online

17 novembre 2023
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Nuoro «Sto venendo, se lei è lì gli spaccio la faccia, p... feccia di Siniscola». Prima la casa devastata, poi l’inseguimento in auto con continui tentativi più o meno riusciti di speronamento, vicino al campo sportivo tra Posada e San Giovanni, e ancora il filmato dei presunti fedifraghi, e altri successivi, ripreso dal telefonino e diffuso su diversi siti internet senza oscurare proprio un bel nulla e diventato virale in men che non si dica. E i carabinieri che intervengono dopo la segnalazione disperata dei “tamponati” che non riuscivano altrimenti a liberarsi della terza incomoda ed ex compagna di lui. Era stata una serata decisamente movimentata, quella del 18 luglio 2019, per tre baroniesi, seppur su fronti diversi. Un paio di ore di ordinaria follia che avevano travalicato e di parecchio i limiti della “imbarazzante scenata” – come era stata definita dal querelante– e alla fine erano approdate in caserma, con una denuncia e un ricco contorno di strascichi complicati. E che ieri è approdata a processo davanti al giudice monocratico Claudia Falchi Delitala per le prime fasi d’udienza. A giudizio stavolta non è finito il solito stalker, ma una donna sulla sessantina residente vicino a Siniscola, difesa dall’avvocato Giuseppe Casu, e come parte civile – la costituzione ufficiale avverrà alla prossima udienza – c’è una coppia – lui 65 anni, di Siniscola, lei idem ma di parecchi anni più giovane – rappresentata dall’avvocato Nello Ziri.

Il clou di questo pasticciaccio familiare fatto di gelosia, inseguimenti, violenza privata e ripicche con un figlio incolpevole di mezzo, risale, dunque, all’estate di quattro anni fa, prima della pandemia, ma l’antefatto, a quanto pare, si colloca a molto tempo prima: ovvero a quando, dopo la nascita di un bambino, diversi anni fa, il rapporto tra il papà e la mamma del piccolo si spezza. Stando a quanto poi avrebbe denunciato l’uomo, in realtà quella relazione non era neanche mai nata, né tantomeno c’era stata una qualche forma di convivenza. Certo è che, secondo il denunciante, dalla rottura per lui comincia l’inferno. Una odissea fatta di pedinamenti, telefonate continue, richieste, ingiurie e minacce, nelle quali la ex compagna, e madre del ragazzino, si comportava a tutti gli effetti come una stalker, anche se dal suo punto di vista, evidentemente, aveva tutte le ragioni per farlo perché reclamava diritti negati e dovuti, l’accesso a una casa, e il sostegno per il figlio in comune e non solo. Tant’è che lei stessa, a sua volta, in un’altra occasione aveva denunciato lui per lesioni e minacce.

Fino alla serata culmine: quella tra il 18 e il 19 luglio del 2019, per l’appunto. Quando l’uomo e la sua nuova compagna sono insieme nella casa di lui, quando quest’ultimo riceve una telefonata dalla ex: «Sto venendo, se lei è in casa mia le spacco la faccia», seguita poi da diversi epiteti tutt’altro che gentili. La coppia a quel punto decide di alzarsi dal letto per farsi un giretto con l’auto e ricercare la tranquillità perduta. Ma poco dopo, al rientro in casa, ad accoglierla trovano la ex agguerrita che, aveva denunciato lui, «provava a sottrarmi le chiavi dell’auto e cercava di percuotere me e la mia compagna». Nel frattempo, sul posto arrivano anche i carabinieri, che riescono a calmare le acque almeno sul momento, ma a quanto pare la ex si era tutt’altro che calmata. Tant’è che poco dopo la ex insegue ancora la coppia e la raggiunge, poi riprende i due con un telefonino tra vari insulti, e infine li insegue con l’auto mentre vanno verso San Giovanni di Posada, e lungo il tragitto tenta più volte di tamponarli. E a quel punto, aveva raccontato lui, «ci ha raggiunto, ha aperto lo sportello e ci ha filmato con un cellulare, poco prima di scappare in macchina a fari spenti inseguita dai carabinieri». Alcuni di quei filmati, in poco tempo, tra Siniscola e dintorni erano diventati virali: tant’è che alla fine l’autrice è finita a giudizio anche per averli diffusi villando. Ma la serata di fuoco e fiamme, evidentemente, non era terminata aquel punto: dopo essere rientrati a casa, infatti, i due avevano trovato diversi mobili e arredi danneggiati e avevano attribuito tutto alla ex. Il processo per tentata violenza privata e per diffamazione entrerà nel vivo nei prossimi mesi.

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