Assalto al blindato in Ogliastra, banditi in fuga con buona parte delle banconote
Ricerche in tutto il centro Sardegna, il commando era composto da una decina di persone
Osini Un portavalori senza scorta, che trasportava stipendi, pensioni e tredicesime da mettere in pagamento negli uffici postali e in alcuni istituti bancari in Ogliastra. Molti, molti soldi, anche se la cortina fumogena sollevata dagli inquirenti sull’assalto al furgone della Mondialpol, lunedì mattina sulla vecchia Statale125, non ha fatto trapelare l’ammontare dei contanti trasportati. Comunque milioni di euro, andati in fumo: in senso letterale e figurato. Perchè nell’assalto compiuto da una decina di uomini, mimetiche, guanti e cappucci, e fucili, l’esplosivo utilizzato per scardinare il furgone, ha avuto anche l’effetto di innescare un incendio che ha bruciato molte banconote. Non tutte, però: una buona parte avrebbero preso il largo con i banditi. Che vengono ricercati in tutta l’Ogliastra, a partire da quel fazzoletto di terra, più o meno quattro chilometri lungo la vecchia Orientale sarda, che pur essendo vicino a Tertenia è territorio amministrativo di Osini, dove la banda è entrata in azione.
Dieci uomini e almeno quattro mezzi per attuare un piano preciso nei dettagli e condotto con un sangue freddo incredibile. Perché l’altro aspetto da dire è che, in una baraonda totale tra esplosioni, incendi – fiamme provocate in parte dall’esplosivo utilizzato per aprire il furgone, ma in parte appiccate scientemente per cancellare ogni traccia – automobilisti bloccati, i banditi hanno sparato in aria, a scopo intimidatorio. Avrebbero potuto perdere la testa, non è successo. Anche se non tutto è andato secondo i loro piani. Proprio perchè una buona parte dei contanti è finita in fumo.
Quindi, li cercano ovunque, i carabinieri del Reparto operativo di Nuoro, quelli della Compagnia di Jerzu, ma anche di San Vito, territorio poco distante dal punto della rapina, e poi Lanusei, fino al Nuorese e al Cagliaritano. Dieci banditi che hanno piazzato almeno quattro mezzi: una Giulietta con la quale hanno sbarrato la strada a una bisarca, facendola mettere di traverso, due furgoni cassonati che hanno affiancato al portavalori, un fuoristrada. Tutti i mezzi poi sono stati bruciati. Subito dopo le 8 del mattino, ora in cui è passato il furgone proveniente da Cagliari, hanno bloccato la strada con un cavo d’acciaio e poi con degli pneumatici, dati alle fiamme. Quattro chilometri più avanti hanno interrotto la strada con una grossa catena e altri pneumatici. Il “tavolo operatorio” così delimitato è diventato il piano di lavoro. In mezzo, automobilisti ignari e spaventatissimi. Quindi le fucilate, il fuoco, e l’esplosivo. Un blitz tutto sommato veloce e ad altissimo rischio, ma i malviventi sapevano cosa facevano.
Uno o più basisti li hanno certamente accompagnati nel reticolo di strade che si snoda verso qualunque direzione, dal punto della rapina. Hanno preparato l’azione con sopralluoghi, ogni momento era calcolato. Ora si cercano tracce ovunque, ma non sarà un’impresa facile anche perchè il fuoco cancella elementi potenzialmente compromettenti. E sapevano, certamente, che il furgone portavalori non avrebbe avuto la scorta. Ci sono tante tessere in questo puzzle; per ora dieci uomini in fuga, un bottino non meglio precisato volatilizzato, e una quota consistente di denaro in fumo. (ha collaborato Gian Carlo Bulla)
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