La Nuova Sardegna

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Le indagini

Olbia, scomparsa di Rosa Bechere: è umano il sangue trovato nell’auto degli indagati

di Tiziana Simula
Olbia, scomparsa di Rosa Bechere: è umano il sangue trovato nell’auto degli indagati

L’esito delle analisi effettuate dai Ris su un campione prelevato in via Aretino

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Olbia Sangue umano. È questo l’esito delle tracce ematiche analizzate oggi, 15 dicembre, dai Ris di Cagliari che erano state rinvenute nel sedile anteriore, lato passeggero, della macchina di Giorgio Beccu, indagato insieme alla compagna Maria Giovanna Meloni, per la scomparsa e la morte di Rosa Bechere, svanita nel nulla dal 25 novembre del 2022. Il campione con le tracce ematiche era stato prelevato e sequestrato dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche, qualche settimana fa, nel corso dell’ultimo sopralluogo che aveva interessato la casa di Olbia dei due indagati, in via Pietro Aretino e quella di campagna sempre in uso ai due, a Su Canale, frazione di Monti.

In quella circostanza era stata passata al setaccio anche la macchina di Giorgio Beccu, una Fiat Punto, sempre parcheggiata davanti all’abitazione di via Aretino e inspiegabilmente trascurata nelle precedenti indagini. All’interno dell’auto, i Ris hanno rinvenuto tracce ematiche risultate positive al luminol. Tracce ritenute utili alle indagini. Il materiale repertato era stato, quindi, sequestrato per essere sottoposto agli esami necessari per capire l’origine del sangue rinvenuto. Le macchie sono state processate e dalle analisi è emerso che si tratta di sangue umano. Ma occorrono ulteriori approfondimenti per stabilire a chi appartenga, se sia riconducibile o meno a Rosa Bechere.

I due indagati non hanno nominato nessun consulente di parte. «Abbiamo piena fiducia nei consulenti del Ris», dice l’avvocato Giampaolo Murrighile, che assiste la coppia insieme all’avvocato Angelo Merlini. E aggiunge: «I nostri assistiti sono sereni, seppure provati da questa vicenda». Giorgio Beccu e Maria Giovanna Meloni sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere. Sono accusati di aver ucciso Rosa Bechere e di aver fatto sparire il suo cadavere. Forse gettandolo in mare. Un’ipotesi accusatoria per la quale gli inquirenti cercano riscontri. I due hanno sempre respinto le accuse.

L’inchiesta sulla scomparsa della 60enne, invalida – moglie di Davide Iannelli, condannato all’ergastolo per l’omicidio del suo vicino di casa, Tony Cozzolino, nelle case popolari di via Salvatore Petta – è stata recentemente riaperta ed è coordinata dal procuratore generale di Cagliari Luigi Patronaggio e dal pm della procura di Tempio Alessandro Bosco. La donna era scomparsa otto mesi dopo l’arresto del marito. Per gli investigatori Rosa Bechere sarebbe stata uccisa dalla coppia di presunti amici, stordita da dosi massicce di sedativo al punto da causarne la morte. E poi si sarebbero disfatti del suo corpo. Tutto per portarle via i pochi soldi che aveva nei conti correnti. I due si sarebbero impossessati dei pochi risparmi custoditi in casa della donna e delle carte Bancoposta e Postamat necessarie per svuotare il conto corrente dove veniva accreditato il reddito di cittadinanza. Se l’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere è ripartita da zero, quella per rapina, lesioni e sottrazione delle carte di credito appartenenti a Rosa Bechere si è già concretizzata in un processo davanti al tribunale di Tempio. La prossima udienza è fissata per il 22 gennaio. A scopo di rapina, la coppia avrebbe ripetutamente stordito la donna con la somministrazione di farmaci a base di benzodiazepine. Già una prima volta si era reso necessario un ricovero in ospedale, la seconda sarebbe stata fatale. Con le carte i due indagati avevano fatto prelievi e acquisti di vario genere fino all’esaurimento del fondo disponibile.

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