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Bolotana, la Cgil: «L’Antica Fornace spieghi cosa sta succedendo»

di Michela Columbu

	Un interno dell'Antica Fornace Villa di Chiesa in una foto di repertorio
Un interno dell'Antica Fornace Villa di Chiesa in una foto di repertorio

Domenica Muravera: «Novanta lavoratori saranno tagliati fuori». I contratti di formazione azzerati. A rischio anche una parte della Cig

24 marzo 2024
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Bolotana La questione che interessa l’azienda Antica Fornace Villa di Chiesa sarà sicuramente una delle prime di cui si dovrà occupare la futura o il futuro assessore all’Industria della giunta regionale guidata da Alessandra Todde. Soprattutto alla luce del fatto che si tratta dell’unica azienda ancora funzionante nata oltre venti anni fa grazie al Contratto d’Area e che nel 2021 ha usufruito di 25 milioni di euro di agevolazioni pubbliche da parte di Invitalia, l’agenzia italiana ministeriale, per l’attuazione di un progetto che tra gli obiettivi prevedeva ben 92 posti di lavoro in più. Gli stessi che da inizio anno sta lentamente azzerando, mandando a casa i lavoratori assunti tre anni fa con contratto di formazione lavoro.

«Fino ad ora sono stati mandati a casa 22 lavoratori – commenta la segretaria provinciale della Cgil Domenica Muravera –, ma sappiamo che per un’altra settantina, i cui contratti sono in scadenza a breve, non ci sarà conversione da contratto di formazione lavoro a indeterminato. E sappiamo che pur avendo diritto ad accedere alla indennità di disoccupazione, questa potrebbe essere erogata per un periodo inferiore perché il calcolo tiene conto del periodo di contribuzione che non deve essere inferiore ai quattro anni, e loro sono stati impiegati per un periodo di tre. Si potrebbe quindi sviluppare un ulteriore e grave dramma sociale per il nostro territorio, perché stiamo parlando di 90 unità lavorative che improvvisamente si ritrovano a casa. Inoltre nonostante il nostro sindacato sia presente in azienda con un numero di iscritti veramente esiguo, sappiamo che molti dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato hanno presentato le dimissioni. Significa che la situazione dell’azienda è grave. E vogliamo capire cosa ha comportato questo stato di fatto: se nel 2021 c’è stato il boom delle commesse che ha comportato un ampliamento della produzione e un aumento della forza lavoro, cosa sta succedendo ora? Questa grave crisi è stata determinata da un abbassamento del numero degli ordini dovuto a cosa? C’è qualche competitor a livello mondiale in concorrenza con una azienda che fino a qualche anno fa era leader nella produzione di guarnizioni in plastica? È necessario che l’azienda spieghi ai lavoratori prima di tutto, perché loro ci hanno creduto e ancora ci credono, spieghi alle parti sociali e all’intero territorio cosa sta succedendo. È fondamentale aprire un dialogo, interloquire».

Domande che attendono risposta per un territorio, ha commentato ormai un ex operaio, che non può rassegnarsi alla sola presenza di pannelli solari, progetti di ampliamento di discariche, e cavallette.

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