La Nuova Sardegna

Nuoro

L’intervista

Nuoro, Fabrizio Beccu: «Annullato il voto dei cittadini. Ha perso la democrazia»

di Alessandro Mele

	Fabrizio Beccu, ex vice sindaco di Nuoro
Fabrizio Beccu, ex vice sindaco di Nuoro

L’ex vice sindaco racconta la sua versione dei fatti dopo la caduta di Andrea Soddu e della sua maggioranza, certificata dal voto contrario del consiglio comunale sul bilancio di previsione

20 maggio 2024
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NUORO Fedelissimo numero uno dell’ex sindaco Andrea Soddu, è stato prima presidente del consiglio comunale, poi vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici. Ha la politica nel suo personale dna, con un padre che è stato consigliere comunale del Pc a cavallo degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso; e un nonno che risulta essere tra i fondatori del partito comunista a Nuoro insieme al partigiano Diddinu Chironi. Fabrizio Beccu racconta in esclusiva alla Nuova Sardegna, la sua versione rispetto ai nove anni della stagione civica di Andrea Soddu terminati con la bocciatura del bilancio di previsione da parte del consiglio comunale.

Quando e per quale motivo è iniziata la crisi con gli ex alleati della maggioranza di governo?

«La crisi è iniziata già all’inizio del secondo mandato nel 2020. Non è mai stato accettato l’esito elettorale della nostra lista e del sottoscritto. Ci son stati malumori fin dal primo giorno, ma si era espressa la città e bisognava dare seguito al voto dei cittadini. Si tratta di un fastidio che ha incancrenito soprattutto la seconda forza della coalizione, ovvero Italia in Comune».

Quale è stato il miglior momento di questi nove anni e di contro quale in assoluto il peggiore?

«Il momento più basso, ma anche il migliore, coincidono con l’ultimo consiglio comunale che ha certificato la nostra caduta. È anche il più alto, perché siamo andati via a testa alta, non venendo meno all’impegno preso con i cittadini e neanche ai nostri principi e a noi nostri valori. Crisi, invece, ce ne sono state tante, anche nel primo mandato, da settembre a dicembre 2018».

È vero che a un certo punto voi fedelissimi avete creduto di essere onnipotenti e di poter governare la città in autonomia?

«Non ci siamo mai sentiti così. Anzi, tutti hanno accettato gli schemi proposti. Quando invece è stato proposto l’ingresso in giunta alle forze cosiddette minori, sono stati loro a rifiutarsi».

Il progetto civico di Andrea Soddu dunque è davvero terminato?

«Sarà necessaria una doverosa pausa di riflessione. Io però non credo che il nostro progetto sia finito qui. L’unità del nostro gruppo storico continua a dimostrare la nostra forza delle idee. Idee che potrebbero dire ancora la loro nello scenario della politica cittadina. Abbiamo retto per nove anni a tantissimi scossoni, questo è un vero e proprio miracolo politico. Credo che, analizzando la nostra struttura non dipendente dalla dinamiche di alcun partito, si tratti di un caso unico a livello nazionale».

Adesso arriverà il commissario, che tipo di figura augurate alla vostra città?

«Mi dispiace che sia stato sovvertito il voto popolare che legittima un’amministrazione a governare. Mi dispiace che certi, sedicenti di sinistra, abbiano sostenuto l’arrivo del commissario. Mi auguro che si tratti di una figura di garanzia per la città».

Quali sono le partite che avete lasciato aperte e delle quali il commissario dovrà occuparsi?

«Partite aperte non ce ne sono, è stato tutto avviato praticamente in ogni settore. La partita più grande è quella di costituire una città europea e aperta, pronta ad accogliere eccellenze e ricca di servizi alla persona. Una città pronta per sfide come quella dell’Einstein telescope e proiettata al futuro».

C’è un futuro per i fedelissimi di Soddu nel campo largo per le prossime amministrative del 2025?

«Prematuro dirlo, ma siamo sempre stati una forza aperta al dialogo, a confrontarci siamo sempre pronti».

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