Omicidio stradale: assolta la figlia della vittima
La madre aveva perso la vita durante l’incidente
Nuoro Non è responsabile della morte della madre. Ieri mattina, 15 maggio, in tribunale a Nuoro, la sentenza di assoluzione emessa dalla giudice Claudia Falchi Delitala, ha messo fine all’incubo di Antonella Fadda, accusata di omicidio stradale in concorso a seguito dell’incidente in cui, il 14 aprile di due anni fa, perse la vita l’anziana mamma. L’imputata era alla guida della sua auto, in compagnia della madre di 89 anni che occupava il sedile passeggero, e di un’amica che stava in quello posteriore, quando all’uscita da un incrocio, era stata presa in pieno da un carro attrezzi che arrivava in direzione opposta. Il mezzo era condotto da Mario Maricosu che davanti al Gup aveva patteggiato la pena a un anno di reclusione, con la sospensione della patente. Antonella Fadda, invece, aveva chiesto il rito ordinario. Chiuso il dibattimento, durante la requisitoria il pm aveva sostenuto che anche la figlia di Raimonda Congiu, deceduta qualche giorno dopo in ospedale, era corresponsabile della tragedia, e per questo aveva chiesto una condanna a 8 mesi.
I difensori dell’imputata, Giuseppe Mocci e Danilo Portas, sostenendo che la loro assistita fosse stata costretta a sporgersi per via della presenza delle auto che ostacolavano la visuale, ne avevano chiesto l’assoluzione. Durante il processo, attraverso perizie e dichiarazioni testimoniali, è stata ricostruita la dinamica dell’incidente.
Roberto Pulina, incaricato dal pm di effettuare una consulenza tecnica per ricostruire le modalità del sinistro, aveva dichiarato che nel punto in cui era avvenuto l’impatto c’è uno stop e sul resto della strada la velocità concessa è 50 km orari. La Fiat Panda, condotta da Fadda, aveva superato la linea di mezzeria quando era stata colpita nella parte laterale anteriore. Il conducente del carro attrezzi, al momento dell’urto, andava a velocità elevata: 70 km orari. Era stata evidenziata la presenza di una frenata lunga 17 metri, dunque la velocità del mezzo prima dell’incrocio era superiore. Il consulente aveva sostenuto che se al momento dell’incidente non ci fossero state auto parcheggiate (erano state spostate subito dopo l’impatto ndr), la visuale sarebbe stata ottimale. «Se il conducente del carro attrezzi avesse tenuto una velocità inferiore anche sotto quella consentita – aveva rimarcato, inoltre, Pulina – arrivando al punto dell’impatto, gli effetti sarebbero potuti essere meno gravi, o si sarebbero potuti persino evitare».
Lo stesso conducente del carro attrezzi aveva detto che quel giorno nel percorrere a velocità poco elevata la Sp 46 che da Oliena porta a Dorgali, all’uscita dall’incrocio di via Romero, era andato a sbattere contro l’auto di Fadda che aveva occupato parte della strada, in via Lussu. Pur avendo frenato non era riuscito ad evitare l’impatto. Lo stesso, aveva ricordato in aula della presenza delle auto parcheggiate su entrambi i lati della strada e di come in quel momento, rappresentassero un ostacolo. Ieri la sentenza di assoluzione per Faffa, perché il fatto non costituisce reato. (k.s.)