La Nuova Sardegna

Nuoro

L’inchiesta

Il delitto sotto le telecamere, c’è un video: «Il killer era Sandro Arzu»

di Valeria Gianoglio
Il delitto sotto le telecamere, c’è un video: «Il killer era Sandro Arzu»

La svolta: il 9 luglio scorso per gli investigatori a sparare sarebbe stato l’ex latitante. Altri cinque fermi

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Inviata a Lanusei Il 9 luglio dell’anno scorso, ma anche nei giorni prima, nella quiete estiva di Arzana, si muoveva, silenziosissimo, un folto gruppo di vedette. Gli inquirenti ne sono convinti: quella mattina, in particolare, attorno a una piazza Roma quasi deserta, e in diversi punti del paese, c’erano alcuni conoscenti stretti e fidatissimi di Sandro Arzu, il latitante di Arzana arrestato lunedì mattina a Cagliari, in una piazzola di servizio, e con una calibro 38 con il colpo in canna. Il ruolo delle vedette, stando ai cinque fermi di “indiziato di delitto” per l’omicidio di Vincenzo Beniamino Marongiu, era piuttosto preciso già dai giorni precedenti: dovevano sorvegliare con discrezione i movimenti di Marongiu.

Vittima designata da tempo perché lo ritenevano l’autore del tentato omicidio del 2021 nei confronti dello stesso Arzu. Nel contesto di una guerra tra bande di trafficanti di droga che negli ultimi anni ha lasciato un filo rosso sangue, per usare le parole del procuratore di Cagliari, Rodolfo Sabelli. Bisognava colpire Marongiu, dunque, ed eliminarlo per sempre, anche perché, in caso contrario, la sua parte avversa, ovvero Arzu, avrebbe potuto subire altri attacchi.

E così, dicono gli investigatori, il 9 luglio il gruppetto attorno ad Arzu decide di entrare in azione, e di farlo con le forze giuste per sostenere le mosse dell’allora latitante. Vincenzo Marongiu, noto Mino, del resto, anche in paese non passava per abitudinario: si spostava sempre guardandosi intorno e non aveva animali o attività che lo avrebbero potuto portare in campagna, dove gli agguati, storicamente, risultano meno complicati. E poi, a rendere tutto più difficile, c’era anche il fatto che ad Arzana nella stessa piazza – dove in genere vanno tutti per il caffè della mattina – si affacciano tre bar. E quindi, per capire dove si rechi Marongiu quella mattina bisogna sfoderare la vedette. E il servizio di avvistamento, dicono i carabinieri del comando provinciale di Nuoro, della compagnia di Lanusei, e di Cagliari, evidentemente funziona alla perfezione: qualcuno a un certo punto avvisa Sandro Arzu che può entrare in scena.

Questo, almeno, è ciò che sostengono gli inquirenti, al termine di più di un anno di indagine scrupolosa, e forti anche di diverse immagini catturate dalle telecamere del paese. Inquadrano le vedette nei pressi di piazza Roma prima e dopo il delitto Marongiu. E proprio un’altra telecamera, invece, quella mattina, inquadra pure un’altra presenza che secondo gli investigatori era Sandro Arzu. Le telecamere lo riprendono all’arrivo in un bar della piazza intorno alle 7.30, per poi allontanarsene alla comparsa di Mino Marongiu, alcune decine di minuti dopo.

Intorno alle 8.10, inoltre, un impianto di videosorveglianza inquadra un uomo che si avvicina al bar. E dal quel momento, la sequenza ripresa, assume tutti i contorni di un film dell’orrore. Si intravede Vincenzo Marongiu che esce dal locale con alcuni caffè da asporto. In seguito si saprà che li avrebbe dovuti portare ad alcuni operai che stavano eseguendo un lavoro per conto suo. E con quei bicchierini Marongiu si dirige verso la sua auto.

Alle sue spalle un istante dopo le telecamere riprendono un uomo che gli si avvicina. Indossa bermuda, calzini bianchi, maglietta e un cappellino da baseball ben infilato fino al naso. Partono gli spari: colpiscono la schiena di Marongiu. Quest’ultimo cerca di fuggire, ma purtroppo è troppo tardi. Il killer con il cappellino estrae dalla sua tasca un’altra pistola, a tamburo, e spara. Spara ancora, anche quando la povera vittima ormai è già a terra. Un filmato dell’orrore.

Poi tutto finisce. Il killer sparisce, inghiottito dalle strade del paese. Le vedette pure. E in piazza Roma restano solo sangue e dolore. Comincia un’altra storia : fatta di indagini, telefonini, intercettazioni e telecamere. Ed è così che comincia a emergere, prepotente, il nome di Sandro Arzu, scomparso un anno e quattro mesi prima del delitto Marongiu, in circostanze sospette. I carabinieri, nel corso delle indagini post delitto Marongiu, ne erano già convinti: Arzu, a marzo 2023, aveva solo messo in scena il suo omicidio. Era voluto sparire perché sapeva che qualcuno aveva l’intenzione di regolare vecchi conti. E quel qualcuno, secondo gli inquirenti, era Marongiu. 

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