Gli ultimi minuti di Marco Mameli: il messaggio all’amico, l’aiuto, il vicolo delle coltellate
Omicidio di Bari Sardo, lo slancio generoso del 22enne ucciso. Dal soccorso a Contu semi-accecato da uno spray alle coltellate nel vicolo
Bari Sardo «Oh, attoppa a quel bar»: L’ultimo sms di Marco Mameli, e forse anche le ultime parole in assoluto di una vita spezzata nel fiore degli anni, sono impressi nel messaggio che il giovane di Ilbono aveva inviato nella stessa serata maledetta culminata con la sua morte.
Lo aveva mandato alle 23.01, attraverso whatsapp, appena tre minuti prima di finire a terra, nel vicolo Santa Cecilia, a Bari Sardo, con il cuore trafitto da una coltellata. «Vieni a quel bar», aveva scritto all’amico Michele che sul finire del primo marzo di quest’anno aveva deciso, come lui, di trascorrere la notte al Carnevale di Bari Sardo. E forse, con quelle poche parole, Marco Mameli stava già lanciando una richiesta di aiuto, o di sostegno, perché aveva fiutato che l’aria, tra il locale e la piazza, in quei momenti si stava facendo piuttosto pesante. E voleva evitare il peggio, cercava rinforzi dopo che era scoppiato il primo diverbio: ma purtroppo non ce l’aveva fatta. Il movente di quella prima rissa tra Contu, amico di Mameli, e Giampaolo Migali, secondo quanto sostenuto da uno dei presenti, risiedeva davvero in un nonnulla: nel fatto che, stando ad alcuni testimoni, Andrea Contu poco prima avesse sfilato la maschera a Migali.
Certo è che a pochi giorni dall’arresto, su ordine di custodia cautelare disposto dal gip del tribunale di Lanusei Nicole Serra, del suo presunto omicida – il 28enne di Girasole, Paolo Migali – e in attesa dell’interrogatorio di garanzia a Lanusei che si dovrebbe tenere oggi, dalle carte dell’inchiesta della Procura di Lanusei seguita dalla squadra mobile nuorese e dal commissariato di Tortolì trapela come persino gli ultimi preziosi minuti della sua vita, Marco Mameli, li abbia spesi in uno slancio generoso verso gli altri.
E gli altri in questo caso erano il suo amico Andrea Contu. Era stato proprio quest’ultimo, il giorno dopo l’omicidio Mameli, a riferire agli inquirenti che la notte maledetta, dopo essere stato semi-accecato dallo spray al peperoncino spruzzato da Migali, avevaincontrato Marco Mameli. E con lui, aveva spiegato alla polizia, aveva percorso poche decine di metri per allontanarsi dal luogo della primo diverbio, mentre Mameli cercava di aiutarlo con un fazzolettino, e di bagnargli gli occhi perché si liberasse dal bruciore. Anche in quella occasione, mentre altri conoscenti si erano allontanati, il giovane ilbonese, dunque, aveva scelto di esserci, e di dare una mano. Un gesto generoso che dopo appena qualche istante gli sarebbe costato molto caro.
Di lì a pochissimo, infatti, ad appena 50-70 metri di distanza, dirà agli inquirenti Andrea Contu, quest’ultimo secondo i risultati delle indagini, sarebbe stato aggredito da Paolo Migali con un coltello. Lo stesso Contu in seguito avrebbe detto di non ricordare con precisione quei momenti e di aver avuto un momento di vuoto. Per poi ritrovarsi con un giubbotto completamente strappato all’altezza del braccio e il maglione e le scarpe intrise di sangue. Sarebbero passati pochi secondi, da quell’istante, e Marco Mameli che lo accompagnava avrebbe trovato la morte e dallo stesso coltello.
Un unico colpo violento e letale all’altezza del cuore, avrebbe stabilito in seguito l’autopsia. Un unico colpo al cuore, seguito da altre due coltellate, scanditi da tre urla disperate catturate da un audio “No! No! No!”. Erano bastati per spezzarne per sempre il sorriso e la gioia di vivere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA