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Olbia

Opposizione scettica sugli stazzi-suite

di Serena Lullia
Opposizione scettica sugli stazzi-suite

Arzachena, Onali: «Sì ai progetti di restyling del Qatar, ma senza snaturare la storia». Fresi: «La politica non resti muta»

25 gennaio 2013
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ARZACHENA. Alla ricerca di una sintesi fra tutela dell'identità e futuro turistico a 5 stelle. Arzachena si interroga sui progetti di ristrutturazione e ampliamento di 27 stazzi presentati dalla Qatar Holding. La società proprietaria della Costa Smeralda chiede di utilizzare il Piano casa per trasformare le antiche case galluresi in residenze di lusso. Una procedura che bypassa la politica e affida all'ufficio tecnico il compito di verificare l'esistenza dei requisiti di legge, alla Soprintendenza di valutare la compatibilità delle proposte con la tutela del paesaggio. Sull’argomento il sindaco Alberto Ragnedda è stato chiaro. «Ci riserviamo di valutare la coerenza dei progetti con la storia, la tradizione e la cultura locale degli stazzi», ha detto.

Dal capogruppo di “Arzachena concreta” Efisio Onali, architetto, arriva l'ok al piano di ristrutturazione purché sia nel rispetto della cultura gallurese. «Nei prossimi giorni vedremo i progetti – spiega Onali – . Ma se la Qatar Holding sta chiedendo gli ampliamenti secondo il Piano casa parliamo di residenze per nababbini più che per nababbi. Gli stazzi hanno una grandezza fra i 30 e i 60 metri quadrati. Mediamente il Piano casa concede un ampliamento del 30 per cento della superficie, più un 50 per cento delle nuove volumetrie per verande coperte. I progetti possono poi essere completati con incannucciati e pergole. Speriamo che vengano realizzati interventi da amatori. Di certo non saranno mai residenze di lusso, a meno che non vengano previste modifiche alle normative regionali. Ma con la situazione che si prospetta in Regione, con il passaggio di alcuni componenti della giunta Cappellacci in altra area politica nutro forti dubbi».

Onali, esteta degli stazzi, studioso delle antiche case galluresi sin dai tempi dell'università sottolinea il loro valore e rilancia l’esigenza di tutelarli. «Ho una passione per questi edifici che risale ai tempi dell'università – commenta –. E nella giunta di Piero Filigheddu, come assessore, ho contribuito dieci anni fa a far introdurre una apposita norma nel regolamento edilizio che detta le regole per ristrutturare stazzi e case di campagna. L’obiettivo era proprio impedire di snaturare i canoni architettonici galluresi. Uno stazzo è diverso da una villa della Costa Smeralda. Per quanto bellissime, non si può pensare di utilizzare le linee di Couelle sugli stazzi. E a quelle regole anche la Qatar Holding dovrà sottostare. Alcuni di quei 27 edifici difficilmente potranno essere modificati perché rientrano nella lista vincolata dalla Soprintendenza. Altri sono effettivamente ruderi. Per quelli un intervento di ristrutturazione non può che essere positivo. Ma in ogni caso nel rispetto della storia. Sarà poi interessante capire il modo i qatarini intendono realizzare le infrastrutture, strade, fogne, acqua. Interventi extra Piano casa».

Più critico Fabio Fresi, capogruppo del Pd. «Sorprende come interventi di questa portata, seppur legittimati dal Piano casa, possano essere autorizzati senza coinvolgere l'amministrazione comunale – attacca –. Non stiamo parlando di un semplice restauro conservativo, ma della trasformazione in ville di lusso di 27 beni identitari. È doveroso che l'amministrazione e gli enti sovracomunali esprimano anche un giudizio politico sulla fattibilità dell'intervento. Penso che l'esito dell'istruttoria non sia così scontato. Da quanto sappiamo si tratta nella maggior parte dei casi di stazzi di piccole dimensioni che, anche beneficiando delle premialità della legge, spesso si trovano in contesti vincolati dalla normativa sul paesaggio. E non credo si possano realizzare piscine nelle zone di rispetto. Sarebbe stato interessante utilizzare qualcuno di questi stazzi come centri di ricerca e di formazione in favore della comunità locale. Un modo per tutelare la nostra storia e il patrimonio culturale e ambientale».

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