La Nuova Sardegna

Olbia

Ostetricia, i big italiani in città

 Ostetricia, i big italiani in città

Nel week end i migliori specialisti nazionali al corso dell’Asl2 sulle emergenze

05 novembre 2013
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Venerdì 8 e sabato 9 novembre è in programma a Olbia il "IV Corso gallurese di Ostetricia e Ginecologia". Per la prima volta è stata prevista una sessione interamente dedicata alla simulazione, nello specifico, verranno ipotizzate delle "Emergenze Ostetriche" che prevedono l'utilizzo dei manichini del centro di simulazione, recentemente realizzato dalla Asl di Olbia.

«Uno strumento didattico di fondamentale importanza – spiega Antonio Rubattu, primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Giovanni Paolo II – che consentirà agli operatori esperti, di perfezionare la tecnica assistenziale, e, ai giovani, di apprendere le modalità di assistenza, davanti ad una emorragia post-partum o alla distocia di spalla. Episodi drammatici, che registrano ancora una elevata incidenza di morbilità e mortalità materno-fetale, e che devono essere affrontati con procedure standardizzate che però, per essere ben applicate, richiedono allenamento continuo; la simulazione è quindi l'unico strumento in grado di trasmettere quella sicurezza necessaria a ridurre il margine d'errore».

La due giorni di formazione, organizzatore dal reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Olbia, vede la collaborazione del Microcitemico di Cagliari, ed è patrocinato dall'Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), dalla Società Italiana di Ecografia Ostetrica-Ginecologica (SIEOG) e dalla Federazione Sindacale Medici Dirigenti (FESMED).

«Solo attraverso la ricostruzione di "episodi rari" – sottolinea ancora Rubattu – è possibile esercitarsi su episodi che nella vita professionale possono presentarsi raramente, anche una sola volta. Questa metodologia didattica consente di codificare dei percorsi precisi anche per gli eventi eccezionali: in questo modo siamo in grado di ridurre il rischio di mortalità materna, fenomeno che in Italia conta una media di 13 casi ogni 100.000 parti; un dato elevato rispetto a Paesi come Francia, Gran Bretagna, sul quale possiamo incidere solo attraverso la simulazione e la formazione.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative