La “strana” cicoria gallurese diventa materia di studio
TEMPIO. Chiamiamolo, se proprio vogliamo, lo strano caso della cicoria gallurese. Il nome linneiano è “Cichorium Intybus”, per molti semplicemente “cicoria”. Ma c’è cicoria e cicoria, a quanto pare,...
TEMPIO. Chiamiamolo, se proprio vogliamo, lo strano caso della cicoria gallurese. Il nome linneiano è “Cichorium Intybus”, per molti semplicemente “cicoria”. Ma c’è cicoria e cicoria, a quanto pare, visto che si stanno moltiplicando gli “avvistamenti” di esemplari di piante che, ad occhio, anche per quello dei più esperti, non sono facili da riconoscere.
La foto ritrae, ad esempio, proprio un esemplare di cicoria per così dire poco invitante. Sembra che nelle campagne galluresi non sia raro trovarne. Ha un fusto alto che può raggiungere il metro e si presenta ampiamente ramificata sin dal basso. Ovviamente una pianta di questo tipo non può non richiamare l’attenzione e la curiosità dell’esperto. L’esemplare di Cichorium ritratto nella foto e ritrovato a Baia Vignola, nei pressi dell’area litoranea di Aglientu, è stato segnalato proprio da un’esperta del campo, la professoressa Lucia Riccio, insegnante di scienze e botanica per formazione e professione. «Si tratta - spiega la naturalista gallurese – di una pianta che cresce spontanea, dotata di un fusto lastriforme e non cilindrico, strane ramificazioni e foglie anomale, per cui sarebbe interessante sapere se la presenza di esemplari simili sia stata rilevata da altri parti».
L’interesse dell’esperta nasce anche dal bisogno di comprendere le cause del fenomeno.
Qualcuno sostiene che si potrebbe trattare di poliploidia, ad esempio, e allora tutto dipenderebbe dalla struttura cromosomica del vegetale; ma c’è anche chi non esclude la possibilità di nuove mutazioni e ibridazioni.
«Ecco perché - dichiara Lucia Riccio - non sarebbe male saperne di più». (g.pu.)