La Nuova Sardegna

Olbia

Il Pd dice sì: «La zona franca si può fare»

di Dario Budroni
Il Pd dice sì: «La zona franca si può fare»

Riparte il confronto con imprese e commercianti. Sotto accusa la vecchia giunta Cappellacci: inattuato il decreto Prodi

28 maggio 2014
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OLBIA. Il Partito democratico rompe gli indugi e rilancia il dibattito e l’azione politica sulla zona franca. Lo fa coinvolgendo nel confronto il mondo delle imprese e del commercio, ma anche l’amministrazione comunale che, da parte sua, molti passi aveva già fatto. Sul tavolo c’è l’attuazione del decreto legislativo Prodi datato 1998, ma rimasto sinora lettera morta con la classica palla rimbalzata dal Governo nazionale alla Regione e viceversa. Il prossimo appuntamento addirittura in prefettura.

Per riaprire la questione zona franca il Pd olbiese ha invitato in città Aldo Berlinguer (avvocato e docente universitario), Tore Cherchi (ex parlamentare e presidente della Provincia Carbonia-Iglesias) e Omar Chessa (docente di diritto costituzionale all’università di Sassari. L’occasione è la presentazione del saggio scritto a quattro mani dagli stessi Berlinguer e Cherchi «Le zone franche - Mito, preconcetti, opportunità: il caso Sardegna». Il risultato del confronto, come ha sottolineato il deputato Gian Piero Scanu, è quello soddisfacente di vedere un «partito vivo, capace di rilanciare in città l’azione politica su un tema strategico».

Il contributo del Pd olbiese al dibattito sulla zona franca, come hanno riferito il segretario cittadino Angela Corda e l’assessore comunale Ivana Russu, è in linea con i contenuti del saggio di Berlinguer e Cherchi, cioè la considerazione di un valido strumento economico e di una interessante opportunità di sviluppo. «Abbiamo voluto portare il tema all’interno del partito, con un invito a riaprire la discussione senza preconcetti e lasciando perdere il mito – hanno spiegato i due autori – invece, bisogna parlare delle reali opportunità». Da parte sua Aldo Berlinguer si è anche addentrato nella questione centrale del decreto legislativo Prodi del 1998, rimasto inattuato, che di fatto dava alla Sardegna la possibilità di istituire alcuni punti franchi. «Trovo emblematico e deprimente che non si sia mai fatto niente – ha aggiunto Berlinguer – il Governo nazionale aveva offerto le “chiavi” del decreto alla Regione che, invece, ha continuato a ripassare la palla al Governo. Ora addirittura si parla dell’intervento della prefettura, che non può certo essere l’autorità preposta alla pianificazione economica».

Il caso Olbia infiamma e nel dibattito ha fatto irruzione il presidente del consiglio comunale, Vanni Sanna, sostenitore irriducibile della zona franca. Proprio lui a settembre aveva portato il dibattito in aula, seguito da un voto favorevole unanime su zona franca doganale, estesa a tutta la zona industriale, e sulla richiesta di attivazione della zona franca integrale. Ci sono poi gli scettici come Gian Simone Masia, direttore di Confindustria del nord Sardegna. Legittime le aspettative e anche le perplessità di Italo Fara, presidente Confcommercio: Olbia produce poco o niente, quindi una zona mirata alla produzione non è utile. Piuttosto è una città di commerci e di servizi, questo dovrebbe orientare la scelta dello strumento migliore.

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