La Nuova Sardegna

Olbia

La centrale idroelettrica affondata dalla Regione

di Serena Lullia
La centrale idroelettrica affondata dalla Regione

L’Autorità di bacino ha detto no al nuovo impianto di sfruttamento del Liscia Il Consorzio di bonifica della Gallura: «A rischio il finanziamento del ministero»

29 maggio 2014
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OLBIA. Cola a picco il progetto di una centrale idroelettrica in Gallura. Il progetto da quasi 2 milioni di euro, benedetto dal ministero delle Politiche agricole e finanziato con 565 mila euro, rischia di affondare. L’autorità di bacino della Regione nega l’ok allo sfruttamento delle acque del bacino del Liscia. Diverse le motivazioni scritte nella delibera, approvata a maggioranza dalla giunta regionale con l’astensione dell’assessore regionale all’Agricoltura. L’unico titolare della diga del Liscia è la Regione e non è concedibile a terzi. La concessione, secondo la delibera, interferirebbe con le funzioni di gestione che spettano all’Enas.

La mano tesa. Il sindaco Gianni Giovannelli si offre come mediatore. «Ho già chiesto all’assessore Paolo Maninchedda un particolare interessamento verso questa situazione – spiega il primo cittadino –. Mi sembra che la scelta della Regione sia andata a inserirsi all’interno di una procedura ben più ampia che coinvolge le concessioni a Enel. Ci troviamo schiacciati in una posizione che mette in seria difficoltà il Consorzio di bonifica e a rischio un progetto di un certo spessore. Ho invitato Maninchedda a promuovere in tempi rapidi un incontro con il Consorzio per cercare di trovare una soluzione che salvi il finanziamento e l’opera. La Regione non deve vedere il Consorzio come una controparte che lucra su una iniziativa di questo tipo». Sulla stessa linea il sindaco di Santa Teresa, Stefano Pisciottu. «Gli atteggiamenti di contrapposizione con la Regione non servono – sottolinea –. Ciò che occorre è una richiesta di approfondimento. Si ha sempre più difficoltà nel reperire risorse. Credo sia doveroso trovare il modo di non perdere le poche che sono a disposizione per un comparto che ha bisogno di aiuto come quello agricolo».

Il risparmio. Il presidente del Consorzio, Marco Marrone, teme che la Gallura possa perdere la scommessa delle fonti rinnovabili. «La legge ci consente di promuovere la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile – dichiara –. Per perseguire il fine principale della legge, garantire un costo consortile compatibile con l’economia agricola, la Regione interviene con ingenti somme per garantire la copertura dei costi energetici delle stazioni di sollevamento e attraverso ulteriori contributi, per abbattere i costi di funzionamento dei consorzi. Il nostro intervento proponeva un nuovo modo di fare bonifica. In questo modo si sarebbe garantito un indiscusso risparmio per la Regione in termini di minori contributi per l’abbattimento delle spese energetiche, a vantaggio dei propri agricoltori».

Impianto verde. Il presidente Marrone sottolinea anche il valore ambientale della centrale idroelettrica. Un impianto dall’anima verde. «La produzione di energia da fonti rinnovabili – aggiunge Marrone – costituisce un indubbio strumento di prevenzione ambientale attraverso la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Eppure nonostante si tratti del primo impianto idroelettrico finanziato in Sardegna dal ministero la Regione ha deciso di non sostenere il progetto».

Le associazioni di categoria. Nella sua battaglia per non perdere la centrale il consorzio di Bonifica non è solo. Al suo fianco le associazioni di categoria, Cia, Coldiretti, Confagricoltura. «Non vorremo che questa scelta della Regione fosse una prima manovra per depotenziare i Consorzi», commenta Battista Cualbu di Coldiretti.

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