La Nuova Sardegna

Olbia

Un’unica voce: non abbassare la guardia

di Antonello Palmas
Un’unica voce: non abbassare la guardia

Affollato sit-in di Forza Italia (con Cappellacci) davanti al cantiere dell’ospedale con esponenti di tutte le forze politiche

22 giugno 2014
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OLBIA. Musica dei Tazenda, che fa tanto unità sarda, gazebo, tanto sole e tanti sorrisi e strette di mano anche tra coloro che nelle aule delle rispettive assemblee sono rivali storici. Sullo sfondo biancheggia e giganteggia la gigantesca costruzione arroccata sulla collina che dovrebbe divenire un ospedale all’avanguardia in grado di cambiare l'economia della Gallura, l'ormai ex San Raffaele, progetto che qualcuno vorrebbe bloccare. Così ieri mattina nello spazio davanti al cantiere sulla litoranea per Porto San Paolo è stata organizzata da Forza Italia la manifestazione “#Sì San Raffaele”, due giorni dopo quella del Pd.

E anche in questo caso sono state messe da parte le bandiere per fare fronte comune ed evitare un nuovo scippo a un territorio che non si fida più. L'incontro si è trasformato in un raduno di tutte le forze politiche per una volta unite contro un unico, invisibile nemico: quel "fronte trasversale del no" che si nasconderebbe nelle pieghe del governo regionale e del quale in Gallura si favoleggia come in Scozia del mostro di Lochness. Solo che questa entità pare esista davvero. C'erano Cappellacci, Nizzi, Pittalis, Fasolino, Zedda, Tedde e, per l'altro fronte, Scanu, Giovannelli, Meloni, Lai. Tutti pronti ad affrontare il solleone nel giorno del solstizio come druidi per un rito a Stonehenge.

Marco Piro (capogruppo Fi in Comune) ha introdotto l'affollata riunione nella curva della statale, affermando che «in settimana la Regione dovrà dare una risposta univoca agli accordi presi tra Renzi e qatarini, controparte veloce e operativa», dicendosi preoccupato dall’eventuale piano B (il dirottamento in Germania del finanziamento). Giuseppe Fasolino (consigliere regionale Fi) ha invitato tutti a non abbassare la guardia: «Sbagliamo se pensiamo che sia fatta, sono preoccupato e lo resterò sino alla decisione della commissione consiliare. Chi dice no al San Raffaele dice no all’Italia, non a Olbia, e si prenderà le proprie responsabilità». E promette un’interrogazione sui soldi della Regione alle cliniche private, più volte sullo sfondo della vicenda, con il collega Giuseppe Meloni che si è detto però «ottimista dopo aver visto con quale decisione Pigliaru segue la questione», ricordando l’arma della fiducia per contrastare i pericoli.

Per il sindaco Gianni Giovannelli «le lobby non hanno colore politico ed è un bene che si superino gli steccati per ragionare con un unico cuore». Il segretario regionale forzista, Pietro Pittalis, si è detto preoccupato dalle lungaggini che nasconderebbero qualche progetto poco chiaro e ha invitato la Regione a «risolvere la questione da sardi, senza aspettare Renzi». Fabio Spano (segretario Cgil Gallura) ha additato i baroni e la loro influenza sulla politica come la causa del problema. L’ex governatore Ugo Cappellacci ha parlato di «interessi personali piccini che difendono baronati e spazi di potere» e di «occasione da non farsi sfuggire, opportunità per il Paese perché costringe tutti ad alzare gli standard di offerta sanitaria». Ricordando la storia del San Raffaele, ha invitato Pigliaru a fare in fretta perché il 24 giugno è il limite posto dal Qatar, così come Settimo Nizzi. Gian Piero Scanu ha condiviso gli inviti alla prudenza citando il detto gallurese “la coda è la più mala a sculticà” lanciando un messaggio «ai pochi che si oppongono in maniera chiara e ai tanti che lo fanno in maniera “carsica”: nella nostra benevolenza ci sarà posto anche per voi quando brinderemo». Quindi la testimonianza toccante di una docente, Nadia Spano, che deve fare i conti con i viaggi della speranza per chi è colpito da malattie sulle quali la ricerca deve ancora compiere molti passi: «Mi auguro che un giorno si possa dire: non parto, vado a Olbia».

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