La Nuova Sardegna

Olbia

il progetto

Dall’amore alla speranza, un ponte tra scuola e carcere

OLBIA. Le riflessioni che piegano le sbarre, le parole che abbattono le mura di cemento. Alcuni studenti olbiesi hanno concluso un progetto rivolto alla realtà carceraria e ai suoi protagonisti, per...

16 luglio 2014
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OLBIA. Le riflessioni che piegano le sbarre, le parole che abbattono le mura di cemento. Alcuni studenti olbiesi hanno concluso un progetto rivolto alla realtà carceraria e ai suoi protagonisti, per superare le barriere fatte di luoghi comuni e pregiudizi. Durante l’anno scolastico gli alunni delle classi quinta A, delle elementari di via Vignola, e seconda I, della media Isticcadeddu, con il coinvolgimento del coro gospel di Telti, hanno costruito un ponte di immagini e parole che è arrivato nel carcere di Nuchis, diretto da Carla Ciavarella. I detenuti hanno prima fornito agli studenti il libro «Tu chiamale se vuoi…evasioni», una raccolta di storie di vita e di poesie. E i ragazzi hanno poi risposto con disegni e riflessioni che portano il nome di «Il seme che era un fiore…non un’erbaccia» e «Dove c’è l’amore arriva la speranza».

Gli elaborati sono stati consegnati martedì scorso nella biblioteca carceraria durante un incontro al quale hanno partecipato insegnanti, genitori, detenuti, volontari, educatori. Lo scopo è proseguire su questa strada anche il prossimo anno. Le dirigenti delle due scuole, Francesca Demuro per via Vignola e Fiorella Ricciardi per la Diaz Isticcadeddu, hanno infatti fortemente sostenuto l’iniziativa. (d.b.)

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