La Nuova Sardegna

Olbia

Al setaccio le ville suite del Romazzino

di Giampiero Cocco
Al setaccio le ville suite del Romazzino

Costa Smeralda, gli accordi del 2009 tra il Comune e la Sardegna Resort sono al centro delle indagini della procura

12 settembre 2014
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PORTO CERVO. Gli accordi per consentire un aumento di volumetrie in zone sottoposte a vincoli e i sottostanti benefit intercorsi tra imprese private ed ente pubblico, accordi sul filo della corruzione. Sono questi i punti più delicati al centro delle attenzioni della procura della Repubblica di Tempio che da mesi indaga sulle relazioni intercorse negli anni tra “Sardegna Resorts srl”, la cassaforte del gruppo che controlla la Costa Smeralda, e l’amministrazione comunale di Arzachena. Uno degli aspetti più controversi dell’intera inchiesta riguarda la delega dell’amministrazione comunale alla Sardegna Resorts di realizzare, da privati, le infrastrutture primarie e secondarie di una zona di espansione. Un impegno economico da 2 milioni di euro con lavori affidati ad imprese locali senza bandire gare d’appalto come prevede la normativa in materia. In cambio la Sardegna Resort srl avrebbe ottenuto il via libera per realizzare nel 2009 le sei Family Suite del Romazzino messe sotto sequestro probatorio dal capo della procura di Tempio Domenico Fiordalisi. Ville ora all’attenzione dei carabinieri di Porto Cervo, che per l’intera giornata di ieri, hanno provveduto a filmare le strutture ricettive, i giardini e le piscine private, misurando gli immobili per ricavarne le cubature. Che sinora risultano ampiamente superiori alle percentuali di concessione volumetrie consentito dal Piano Casa, il 25%, se fosse stato possibile applicare questa norma edilizia. Per i periti della Procura questa legge non era applicabile, citando norme specifiche in campo amministrativo, urbanistico ed edilizio, e inserendo negli atti anche i pronunciamenti negativi del Tar regionale e del Consiglio di Stato. Stando agli accertamenti che hanno portato al sequestro probatorio, le opere sono state realizzate fuori dal corpo originario della struttura alberghiera, per di più in aree sottoposte a vincoli paesaggistici e divieti regionali. Per ottenere questo, secondo le ipotesi seguite dagli investigatori dei carabinieri coordinati dal capo della procura della Repubblica Domenico Fiordalisi, gli amministratori avrebbero stretto accordi illegittimi, al limite della corruzione, per far realizzare opere pubblica a privati i quali, in cambio, avrebbero ottenuto l’aumento delle volumetrie per le strutture alberghiere della Costa Smeralda, poche ore prima che entrassero in vigore nuove norme edilizie regionali.

Per Domenico Fiordalisi le sei suite del Romazzino potrebbero essere uno dei frutti della corruzione tra il Comune e la Sardegna Resorts. Per questa vicenda, che rientra nella inchiesta più ampia che riguarda la corruzione contestata ad Antonello Matiz e Tonino Fadda, l’ingegnere cagliaritano e progettista incaricato (come il fratello Raimondo) dalla Sardegna Resorts per la ristrutturazione e l’ampliamento degli alberghi, sono indagate cinque persone. Le prime quattro – Alekxandra Dubrova, ex amministratrice di Sardegna Resorts, il suo successore Mariano Pasqualone e i fratelli Fadda, sono indiziate di abusi edilizi in concorso, mentre per Antonello Matiz la contestazione è quella di abuso in atti d’ufficio.

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