Crisi Meridiana, Scaramella: «Sugli esuberi nessun dietrofront»
L’ad della compagnia non illude i dipendenti e conferma: «Numeri ridotti con la mobilità»
OLBIA «Non inganno nessuno» dice Roberto Scaramella. E quelle tre parole dell’ad di Meridiana fanno capire benissimo che cosa sta per aggiungere. «Tutti sanno che Meridiana ha degli esuberi. Tutti sanno che dovranno uscire dal gruppo - aggiunge subito -. Oggi lavoriamo con 1000 dipendenti, e 1600 sono in più. Tratteremo con i sindacati e il Governo per trovare alternative per un certo numero di loro. Non lasceremo solo nessuno. Ma non ci si aspetti uno stravolgimento del doloroso piano di ristrutturazione occupazionale. Perché se lo facessimo, avvieremo la compagnia alla chiusura».
Ingegner Scaramella, ma avete appena revocato la procedura dei licenziamenti.
«Lo abbiamo fatto perché il Governo ci ha chiesto di poter ragionare con i sindacati con la necessaria serenità. Così faremo da qui al 21 ottobre».
Ma tratterete sulla cancellazione degli esuberi? Magari parziale. O totale, come chiedono i sindacati?
«Abbiamo inviato una proposta con il calendario degli incontri. Su quella ci confronteremo con il Governo e i sindacati: dal completamento del nostro piano industriale al personale in esubero da proteggere».
Quindi nessuna apertura ai sindacati?
«I sindacati, da cui ci aspettiamo un grande contributo, sono perfettamente consapevoli della situazione. Lo sanno dal 2011, quando firmarono con l’azienda l’accordo che prevedeva 4 anni di cassa integrazione e tre di mobilità. Questa è la conclusione di quel percorso».
Ma loro chiedono altri strumenti: due anni cassa integrazione, contratti di solidarietà. Non i licenziamenti.
«Possiamo dire che la cassa non ha funzionato. Perché l’azienda ha il 400 per cento di personale in più di quello che serve. Altri due anni di cassa integrazione (o di contratti di solidarietà) non servirebbero. Né all’azienda, né ai lavoratori».
Sarebbero protetti. Non è poco.
«Io non voglio illudere nessuno. Io credo che, per la sicurezza dei lavoratori, sia meglio avere cinque anni di mobilità (perché così è) con una retribuzione all’80 dell’ultimo stipendio, piuttosto che altri due anni di cassa al termine dei quali rischiano di trovarsi senza lavoro, senza pensione, senza ammortizzatori».
La trattativa è quindi chiusa già in partenza.
«No. Perché se troveremo l’accordo con i sindacati, e confido che questo avverrà, non lasceremo solo nessun lavoratore. Un centinaio andranno in pensione durante gli anni della mobilità. Gli altri avranno cinque anni di tempo per rioccuparsi. E poi, al tavolo, chiederemo alle Regioni Sardegna, Lombardia e Veneto di ricollocare una parte dei nostri esuberi. Alla Regione Sardegna, poi, chiederemo di parlare della continuità territoriale 2. Tutte soluzioni che, appunto, tengono in grande considerazione gli esuberi e le loro famiglie».
È la fine di Meridiana, svuotata dell’80% dei proprio dipendenti.
«E’ la sua unica salvezza. Lo voglio dire chiaramente: se avessimo voluto chiedere Meridiana fly, l’avremmo fatto un anno fa, quando Akfed ha comprato tutte le quote. Noi in Meridiana fly crediamo. Ma per poter rimettere i conti a posto questo degli esuberi è un passaggio ineludibile. Oggi possiamo salvarla, fra due anni no».
I sindacati accusano: Meridiana muore perché la svuota Air Italy. Lo dicono anche i bilanci.
«Sono due realtà diverse. Air Italy, in questo contesto di mercato dominato dalle low cost, è la più competitiva. Un dato: solo il 10% delle rotte fatte da Meridiana ha margini positivi; quelle di Air Italy hanno un margine positivo del 90%. Quello che guadagna in più, finisce al gruppo. Non è che va alla concorrenza».
Ma Air Italy ruba anche le rotte della continuità territoriale.
«Solo nel 5% dei casi, con il permesso della Regione e dell’Enac».
Ma alla lunga Meridiana fly sparirà. Nelle trattative metterete sul tavolo il rinnovo dei contratti di piloti e hostess?
«Meridiana fly negli ultimi sedici mesi ha ridotto le perdite di 60-70 milioni. Nel piano industriale dei prossimi mesi ci sarà la svolta: cambierà la flotta, si abbatteranno i costi e così la compagnia tornerà a essere competitiva. Anche con i nuovi contratti, che non saranno quelli di Air Italy e che sono una partita che però affronteremo solo dopo aver gestito quella degli esuberi».
Ci sarà una richiesta di passaggio di dipendenti da Meridiana ad Air Italy?
«A breve, no».
E alla fine trovetere un partner? O ve lo farete trovare dalla Regione?
«Il gruppo Meridiana ha un azionista che lo sostiene con convinzione e generosità e ha un progetto industriale. Ora un partner non serve. All’azionista interessa salvare e rilanciare la compagnia e assicurare a tutti i suoi lavoratori, a quelli che resteranno e a quelli che usciranno, un futuro sereno». ©RIPRODUZIONE RISERVATA