La Nuova Sardegna

Olbia

Meridiana, altri scenari e nuovi piani: ora si punta su Napoli

di Alfredo Franchini
Meridiana, altri scenari e nuovi piani: ora si punta su Napoli

La compagnia l’ha scelta come base per le tratte internazionali. Il governatore Francesco Pigliaru in prima linea per il rilancio: pronti a tutto

30 settembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Il piano di rilancio di Meridiana è pronto: lo ha detto ieri l’amministratore delegato della compagnia aerea, Roberto Scaramella, al presidente della giunta, Pigliaru, e all’assessore ai Trasporti, Deiana, nel primo dei due incontri sul futuro della società. (L’altro incontro ha visto di fronte la giunta e i sindacati). In realtà, Meridiana ha fornito alla giunta regionale solo qualche anticipazione del piano industriale che sarà illustrato oggi a Roma, al ministro del Lavoro Poletti, il quale sta cercando di tagliare il numero degli esuberi. Gli scenari del traffico aereo nazionale stanno cambiando e il ministro Lupi sta predisponendo il decreto sulla liberalizzazione delle rotte europee. Per Meridiana c’è, da una parte, la tentazione di scaricare sul settore pubblico i costi della riqualificazione e del collocamento dei dipendenti, dall’altra quello di creare un mini hub per il Mediterraneo che, però, non vedrebbe in prima linea gli aeroporti sardi ma quello di Napoli. La situazione è cambiata con l’ingresso di Etihad in Alitalia: il matrimonio tra le due società rivoluzionerà il traffico aereo con il rafforzamento di Roma e la possibile riduzione di tratte sugli scali del Mezzogiorno. Tra le compagnie danneggiate ci sono Lufhtansa e Klm ma la vera sfida di Eihad-Alitalia sarà con Emirates.

Meridiana cerca una partenership e uno dei più accreditati potrebbe essere la compagnia del Qatar, ormai di casa in Sardegna dopo l’operazione San Raffaele. L’unica cosa sicura, per ora, è che con quattro Boeing 737 di nuova generazione, la compagnia sarda introdurrà sette nuove destinazioni dirette da Napoli dove è previsto il rafforzamento delle tratte esistenti. Meridiana punta su Napoli per le destinazioni europee inaugurate da pochi mesi, e ha previsto che la connessione delle grandi città come Mosca, Londra e Atene avverrà sempre attraverso Capodichino. Una scelta precisa che si è concretizzata anche nella scelta di Meridiana di diventare sponsor del Napoli calcio. La Regione cosa può fare? Nell’incontro di ieri a Cagliari con il vertice di Meridiana, (oltre a Scaramella c’erano il presidente Marco Rigotti, l’amministratore di Meridiana Maintenance, Ivano Pippobello, e il direttore risorse umane, Paolo Carcone), ha cercato di capire quale potrà essere il ruolo: «E’ necessaria un’analisi precisa e condivisa dei numeri così come della strategia aziendale», commenta Francesco Pigliaru, «poi se ci sono cose che la Regione potrà fare per favorire il rilancio, saremo in prima fila per farle».

Sulla stessa linea l’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana: «È necessario capire le prospettive e i margini di sviluppo di Meridiana. Vogliamo capire quali sono le capacità numeriche e gli spazi utili per tenere in piedi questa azienda». Valutare il piano industriale è il primo obiettivo anche del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che si è chiesto: «Siamo di fronte a una chiusura definitiva o a una ristrutturazione per un rilancio?» Per Lupi, il ritiro della mobilità, è stato un gesto di responsabilità da parte dell’azienda «ed è servito a creare un minimo di spazio per una trattativa tra azienda e sindacati e anche per un intervento del governo». Il piano Meridiana, in realtà, punta molto sulla riqualificazione professionale, il pensionamento e il taglio degli esuberi. Con un aspetto che salta subito agli occhi: la riqualificazione - a giudizio del management di Meridiana - deve essere fatta dalle Regioni, (Sardegna e Lombardia su tutte, mentre non risultano esuberi su Napoli). E poi la mobilità per cinque anni all’80 per cento dello stipendio. I conti sono presto fatti: per circa mille lavoratori occorrerebbero 90 milioni l’anno e quindi un totale di 450 milioni di euro... una montagna di soldi che non ci sono. (Anche perché l’attuale fondo speciale istituito dal governo per il Trasporto aereo ammonta a 550 milioni complessivi nel triennio ma va diviso con i quasi mille esuberi dell’Alitalia).

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative