La Nuova Sardegna

Olbia

Imprenditore a giudizio per riciclaggio

L’uomo, originario di Lecco, è finito nei guai con l’intera famiglia per l’acquisto di 4 appartamenti

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TEMPIO. Lucio Camozza, un imprenditore di Lecco di 61 anni finito in carcere dove sta scontando una pena detentiva inflittagli per vicende di truffe ai danni di alcune vedove e di istituti di credito, è finito nuovamente sotto processo, per riciclaggio, anche davanti ai giudici del tribunale di Tempio. L’uomo, che nel 2012 subì un sequestro cautelare di beni mobili e immobili per un valore di oltre 2 milioni di euro, deve rispondere con l’intera faliglia – la moglie Graziella Ghilardi e i due figli Angelo Jacopo e Filippo Giuseppe – del reato di riciclaggio per aver investito gran parte dei soldi illecitamente guadagnati in appartamenti nell’isola, a Porto Cervo. Alla famiglia Camozza, nel 2012, venne sequestrato un parco macchine da far invidia ad uno sceicco arabo e quattro appartamenti in Gallura in seguito all’indagine avviata dalla procura di Novara e conclusa nel 2013 con la condanna dell’uomo. Lucio Camozza, che si trova detenuto nel carcere sassarese di Bancali a disposizione della magistratura di Tempio, è accusato con i familiari del riciclaggio di oltre un milione di euro che avrebbe speso per l’acquisto degli appartamenti acquistati nel nord Sardegna – tra Monte Contra, Miata e Lu Comitoni, nella costa arzachenese –, immobili che aveva intestato ai figli e alla consorte.

Dopo le denuncie presentate dai vari truffati ( i figli di alcune delle vedove cadute nella rete dell’uomo, che dichiarava loro amore e fedeltà per impossessarsi del loro patrimonio) la Procura di Novara avviò un accertamento fiscale scoprendo, attraverso la polizia tributaria della guardia di finanza, che l’uomo e i suoi familiari avevano nascosto al fisco entrate non corrispondenti al loro alto tenore di vita, riciclando il danaro e investendolo sulle auto di lusso e sul mattone sardo. Una tranche dell’inchiesta passo alla procura di Tempio, e il pm Angelo Beccu chiese e ottenne dal gip del tribunale di Tempio Vincenzo Cristiano il sequestro cautelare degli appartamenti in Costa Smeralda mentre il parco auto, che comprendeva Ferrari, Bentley e Mercedes fu bloccato nei garage di una villa di Cressa (Lecco), dove la famiglia Camozza risiede. (g.p.c.)

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