La Nuova Sardegna

Olbia

Don Pala: «La mia? Una provocazione»

di Angelo Mavuli
Don Pala: «La mia? Una provocazione»

Il direttore del seminario motiva la sua protesta contro le multe ricevute. Dal capo della polizia locale solo un no comment

28 ottobre 2015
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TEMPIO. All’indomani dello “tsunami” scatenato lunedì pomeriggio da un post di don Paolo Pala, rettore del seminario vescovile, che per protesta contro le troppe multe inflittegli dagli agenti della polizia locale, aveva annunciato, come rappresaglia, la chiusura dei posteggi privati dell’Istituto ai fedeli della comunità del Sacro Cuore (che privi di chiesa parrocchiale, nelle festività, trovano ospitalità nelle chiesa del seminario), la tempesta scatenatasi su Facebook sembra essersi notevolmente attenuata. Anche se il fatto veniva commentato ieri mattina nei modi più disparati ma equamente divisi, come sempre, fra don Camillo e Peppone, i due antagonisti creati dalla fervida fantasia di Giovanni Guareschi.

Il post galeotto. Tutto ha inizio nel pomeriggio di lunedì, quando lo stimato sacerdote posta su Facebook la sua protesta, articolata come una delibera comunale. «Vista la non disponibilità alla tolleranza della polizia municipale di Tempio, sperimentata più volte per situazioni risolvibili con l’uso del buon senso - attacca don Paolo Pala -, considerato il fatto che le motivazioni addotte sono state sempre liquidate come non sufficienti, tenuto conto che sono stato multato: per il cane (un randagino che vive nei posteggi del seminario, ndc) nonostante la presenza di diversi cani randagi di grossa taglia in giro per il paese, per divieto di sosta in piazza Gallura; durante la novena di Natale, (nonostante il pagamento del parcheggio e l’indisponibilità di parcheggi blu), per essermi fermato due minuti con le quattro frecce, davanti alla farmacia per il ritiro urgente di un antibiotico; per essermi fermato davanti a Manconi per il ritiro di un paio di pantaloni alle 11, 26, multato alle 1,28 e contestatala multa alla vigilessa alle 11,30; visto tutto ciò - dice ancora don Pala - nei giorni di sabato e domenica chiuderò insindacabilmente il cortile del seminario, che, ricordo, è privato. I signori parrocchiani del Sacro Cuore e i gentili cittadini tempiesi, fruitori del nostro parcheggio privato, dovranno riversarsi su Viale don Sturzo e accedere all’interno solo dal passaggio pedonale, con tutte le conseguenze del caso. Credo di avere tollerato troppo».

Tempesta di parole. Lo tsunami ha avuto immediatamente inizio e davvero si sono letti commenti, pro o contro, di tutti i tenori, alcuni davvero fuori luogo, irrispettosi e qualche volte, nella foga, persino dimentichi dell’oggetto iniziale della contesa.

Intervento chiarificatore. In serata poi l’intervento del prete su La Nuova che chiarisce di non avere proprio intenzione di chiudere le porte a nessuno e definisce il suo dire «un atto di provocazione per sollecitare i vigili urbani alla tolleranza e a usare un pizzico di intelligenza prima di elevare una multa che diventa in questi tempi per molte famiglie una vera e propria vessazione».

No comment. E’ questa la risposa secca di Franco Casu, comandante della polizia locale quando gli si chiede una interpretazione sulla provocazione del sacerdote. «In questo momento, assieme ai vigili, sono troppo impegnato a ricevere nel nostro comando di Via Settembrini, i cittadini che numerosissimi si presentano come sempre, a pagare le multe».

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