La Nuova Sardegna

Olbia

Lu Brandali, al lavoro gli archeo-studenti del tecnico Deffenu

di Dario Budroni
Lu Brandali, al lavoro gli archeo-studenti del tecnico Deffenu

Lezione di storia sul campo per i ragazzi della classe 5ªA Una settimana “alla Indiana Jones” tra i reperti nuragici

30 ottobre 2015
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OLBIA. Schiena curva e sguardo attento. Gli studenti hanno impugnato spazzole e cazzuole per una intera settimana. E con la precisione di veri archeologi hanno riportato alla luce frammenti di vasi e pure la porzione di uno stampo. La classe quinta A Cat (ex geometri) dell’istituto Deffenu ha infatti lavorato, la scorsa settimana, all’interno del sito archeologico di età nuragica Lu Brandali, vicino Santa Teresa. Ad accompagnare i ragazzi dentro lo scavo, nell’ambito del progetto «Vivere l’archeologia», il docente Antonio Careddu, architetto appassionato di storia.

Vasi e capanne. «I ragazzi sono stati davvero bravi – racconta professor Careddu -. Hanno dimostrato grande serietà e grande professionalità. Il loro lavoro è cominciato nella discarica del villaggio nuragico. Lì hanno trovato vasellame, una macina, uno stampo, frammenti di ossa animali. Poi hanno scavato direttamente all’interno di una capanna. Trovare un reperto dà sempre una certa soddisfazione». Dunque non solo spettatori, ma veri protagonisti della campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza per conto del comune di Santa Teresa. Ovviamente soddisfatta la preside Salvatorica Scuderi, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa. «Chi studia in un corso geometri non è detto che non possa fare rilievi e lavorare in uno scavo archeologico – spiega la dirigente del Deffenu -. Anche questa è una opportunità per i ragazzi. Inoltre è una esperienza di alternanza scuola-lavoro che stimola l’educazione alla storia».

Ottimo lavoro. Ben diciotto gli studenti della quinta A impegnati nello scavo, con la supervisione dell’archeologa della Soprintendenza Letizia Lemmi. E sono Gioia Farris, Antonio Sias, Alessandro Solinas, Claudio Pozzi, Sergio Azzena, Cristiano D’Errico, Marco Bazzu, Eleonora Sirianni, Antonio Maciocco, Sonia Fogu, Luca Arcolaci, Gabriele Occhioni, Dario Giua, Italo Meloni, Domenico Serra, Matteo Fodde, Vanessa Charlotte Hodi Deidda e Gabriele Pinducciu. Il loro lavoro è piaciuto agli archeologi. «Non mi aspettavo una risposta del genere da parte dei ragazzi. Alla fine ci è stato anche chiesto di rimanere una settimana in più», racconta Antonello Careddu. Non è da escludere, dunque, un ritorno dei ragazzi nel complesso di Lu Brandali, in buona parte ancora da scavare.

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