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Olbia

San Simplicio, rivive la necropoli: concluse le operazioni di restauro

di Dario Budroni
San Simplicio, rivive la necropoli: concluse le operazioni di restauro

La soprintendenza ha finito il lavoro sui reperti, il patrimonio archeologico consegnato al Comune Il sindaco: ora lavoreremo alla gestione, finalmente la città potrà godere del suo passato millenario

22 dicembre 2015
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OLBIA. Curvi su antichi gioielli ed ex voto millenari. Gli archeologi hanno lavorato sodo, in questi ultimi mesi, per restaurare i reperti trovati quattro anni fa nel grembo di San Simplicio. Giovedì la soprintendenza li haconsegnati al Comune che adesso può mettersi al lavoro per aprire al pubblico la necropoli ai piedi della basilica. Cioè quello spazio museale sotterraneo che lo scorso maggio, in occasione della festa di San Simplicio, era stato aperto in anteprima richiamando oltre tremila visitatori.

Restauro completato. Le operazioni che hanno riguardato la necropoli, fino a questo momento, sono state seguite dall’assessorato comunale ai Lavori pubblici. «Aspettavamo giusto il restauro, perché non potevamo aprire la necropoli, che è un museo a tutti gli effetti, senza i reperti – commenta l’assessore Davide Bacciu -. Sono pronti anche le bacheche e i cartelloni informativi. Diciamo che il passo più importante è stato compiuto. I reperti sono stati restaurati con fondi comunali pari a 50mila euro».

Palla al sindaco. Ora tocca all’assessorato alla Cultura (in collaborazione con quello al Turismo) organizzare l’apertura e la gestione della necropoli. «Abbiamo appena appreso la notizia del completamento dei lavori di restauro – commenta il sindaco Gianni Giovannelli –. Ora subito penseremo alla più idonea forma di gestione per aprire al più presto il sito. Ovviamente ogni passaggio sarà concordato con la soprintendenza. Devo dire che sono rimasto molto colpito dai reperti ritrovati a San Simplicio, sono tutti di estrema bellezza. È un bene che la città possa godere del suo passato millenario».

La grande necropoli. Tutto è cominciato nell’autunno 2011, quando durante i lavori per la realizzazione di piazza San Simplicio venne scoperta una gigantesca necropoli: circa 450 tombe, interi corredi funerari, statuine ex voto, gioielli. Dal sottosuolo spuntò anche la rampa di accesso al tempio di Cerere (al posto dell’attuale basilica), due pozzi e una fornace. Preziosi reperti che interessano un arco temporale che va dal 750 avanti Cristo al 1300 dopo cristo. Gli antichi olbiesi, infatti, hanno sempre concentrato le loro attenzioni sulla collinetta di San Simplicio, che un tempo si trovava fuori dal centro abitato. Probabilmente qui esisteva un santuario anche in epoche fenicia e greca. Il culto è poi proseguito in età punica e quindi romana, quando attorno al tempio della si affollavano centinaia di tombe. Con il diffondersi del cristianesimo, al culto di Cerere si sostituì quello del martire Simplicio. Ma anche in epoca medievale proseguì il fenomeno della sepoltura attorno al santuario. Scoperta la necropoli, l’amministrazione decise di valorizzare un pezzo di sito con un museo sotterraneo, che ora sarà finalmente arricchito con i reperti restaurati dagli archeologi della soprintendenza.

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