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Un sogno gallurese: la “Jura” al teatro del Carmine

Un sogno gallurese: la “Jura” al teatro del Carmine

TEMPIO. È stata un successo, ma ora c’è il rischio che se ne possano perdere le tracce. Rappresentata dopo tanti anni finalmente in Sardegna (è di pochi giorni fa la chiusura della “Jura” al teatro...

23 dicembre 2015
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TEMPIO. È stata un successo, ma ora c’è il rischio che se ne possano perdere le tracce. Rappresentata dopo tanti anni finalmente in Sardegna (è di pochi giorni fa la chiusura della “Jura” al teatro Lirico di Cagliari), l’opera di Gavino Gabriel potrebbe finire ancora una volta nel dimenticatoio e frustrare le speranze di molti sardi che vorrebbero vederla rappresentata negli altri teatri dell’isola. Un’opera sarda, di un musicista di cui si sta riscoprendo gradualmente l’importanza, in cui la Sardegna, soprattutto la Gallura, è assoluta protagonista, per giunta in una versione coraggiosamente innovativa, come non sarebbe dispiaciuto al Gabriel sperimentatore grande studioso delle tradizioni popolari. Sulle ragioni della positiva accoglienza dell’opera da parte del pubblico e sulla possibilità che possa venire riproposta negli altri teatri sardi capaci di ospitarla (un problema non da poco per un’opera che è stata eseguita con un’orchestra di 80 musicisti e un imponente corpo scenico) abbiamo voluto sondare l’opinione del maestro Fabrizio Ruggero, il giovane direttore che ha guidato l’orchestra della “Jura” in due matinée.

Il successo dell’opera, innanzitutto.

«Il connubio popolare-colto - dichiara Ruggero – è l’elemento che ha destato più interesse. Soprattutto il quinto quadro, la scena finale, con la tasgia”.

Ma quante possibilità ci sono perché “La Jura” venga, ad esempio, rappresentata al Carmine?

«Andrebbe scritta la riduzione; poi bisognerebbe capire le intenzioni dell’Ente Lirico. Dipenderà dalle risorse del Teatro, dalle politiche artistiche che vorrà portare avanti, ma anche dalla forza e dal reale interesse del territorio che potrà farne richiesta».

Non mancano gli ostacoli da superare, come si vede. «In questa partitura, ci sono pochi raddoppi e così eventuali tagli andrebbero fatti in modo chirurgico. Sono però tante le riduzioni di grandi opere che sono state fatte».

È chiaro che tutto dipenderà dalla programmazione del Teatro Lirico e dal nuovo direttore artistico, Mauro Meli, che in passato ha già riservato interesse e attenzione per la Gallura. A Meli, al maestro Sanna e all’orchestra del Lirico si sente profondamente grato Fabrizio Ruggero.

«La possibilità di aver diretto l’orchestra del Teatro Lirico, soprattutto con La Jura, e di avere avuto il contatto con un’orchestra meravigliosa sono motivi di grande soddisfazione». Proprio come il sold out registrato nelle due rappresentazioni riservate alle scuole con un pubblico di oltre 3000 studenti. Momenti indimenticabili, che non sarebbero male replicare soprattutto per chi non ha avuto la possibilità di andare a Cagliari per una delle nove date della “Jura”. (g.pu.)

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