La Nuova Sardegna

Olbia

Maninchedda a Olbia: «Il piano Mancini può partire a ottobre»

Giandomenico Mele
Il convegno dell'Inu svoltosi al museo archeologico di Olbia
Il convegno dell'Inu svoltosi al museo archeologico di Olbia

L’assessore regionale ai lavori pubblici conferma: «Il progetto? Un passo avanti nella mitigazione del rischio idrogeologico»

20 marzo 2016
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OLBIA. La rinascita di Olbia dal post-alluvione passa per il Piano Mancini e le risorse messe a disposizione dall'ultima Finanziaria nazionale. Il sigillo su queste due linee di indirizzo è stato impresso venerdì a Olbia dal capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio e dall'assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda: con argomenti emersi a margine dell'incontro di avvicinamento al XXIX Congresso dell'Istituto nazionale di urbanistica, che si svolgerà a Cagliari dal 28 al 30 aprile. «Il Piano Mancini è l'unico vero progetto arrivato sul tavolo della Regione - ha spiegato l'assessore - e rappresenta un passo avanti. Parto dalla constatazione sulla lentezza del sistema dei poteri in Italia, con una cultura del sospetto che ingessa ogni processo decisionale: il risultato è che dopo l'alluvione di Villagrande Strisaili del 2006, il primo cantiere è partito nel 2015. Olbia potrebbe far partire i bandi per il Piano di mitigazione del rischio idrogeologico a ottobre, dopo la tragedia del 2013».

Cronoprogramma. La Regione ha registrato le rassicurazioni da parte del Comune di Olbia circa la massima celerità degli interventi. Si parte con i primi bandi nei prossimi giorni per la ricostruzione del ponte di Isticadeddu e la demolizione della rampa di accesso al Nespoli. Tra aprile e maggio si dovrebbe procedere alla demolizione di altre opere "incongrue", individuate dai tecnici del Comune. Per le vasche di laminazione e le altre opere di grandi dimensioni, si dovrebbe procedere alla cantierabilità entro i mesi di ottobre e novembre: i bandi saranno pronti entro l'estate per far iniziare i lavori entro la fine dell'anno.

Otto milioni per la Sardegna. In cassa ci sono otto milioni di euro del Fondo per le emergenze nazionali. Sono soldi destinati a chi ha subìto danni per le alluvioni del 2015: i territori interessati sono quelli di Olbia-Tempio, Nuoro e Ogliastra. «Si tratta di una contabilità speciale - spiega il capo della Protezione civile - fondi che il commissario delegato, designato dal presidente della Regione nella persona del direttore della Protezione civile regionale, può utilizzare all'interno del Piano di assistenza alle popolazioni colpite e del ripristino di servizi essenziali».

Il caso Olbia. Fabrizio Curcio ha anche analizzato il caso di Olbia e mostra ottimismo per il futuro. «Olbia ha sicuramente patito la mancata pianificazione territoriale e una urbanizzazione fuori controllo - ha spiegato il numero uno della Protezione civile - ma ora la macchina mi pare si sia messa in moto e vedo azioni di prevenzione che fanno la differenza. Il tributo di vite umane del 2013 ha avuto un impatto devastante su questa città, ma dopo il disastro Olbia si sta muovendo bene su due piani di azione: le infrastrutture e una nuova pianificazione territoriale e urbanistica».

Il sindaco Giovannelli. «Governi ottusi in passato risposero picche alle mie richieste di aiuto, quando invocai la spesa di quei 40 milioni di euro bloccati in cassa dal Patto di Stabilità dopo i fatti di Genova nel 2011 - ha denunciato ancora una volta il sindaco Gianni Giovannelli - poi arrivò il ciclone Cleopatra a ricordarci quei rifiuti. Governi che per 30 anni hanno imposto condoni e Piani di risanamento. Vicende che hanno origini lontane, ma ci sono un presente e un futuro che segneranno per sempre la mia vita».

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