Sit in davanti alla DeVizia «Dipendenti senza tutela»
OLBIA. Inerpicati a difesa dell'ultimo fortilizio, quel contratto collettivo nazionale di lavoro baluardo delle residue garanzie. A costo di lasciare per una mattina i mastelli della differenziata...
OLBIA. Inerpicati a difesa dell'ultimo fortilizio, quel contratto collettivo nazionale di lavoro baluardo delle residue garanzie. A costo di lasciare per una mattina i mastelli della differenziata pieni di spazzatura e le strade sporche. I lavoratori del settore igiene ambientale hanno incrociato le braccia ieri nell'ambito di uno sciopero nazionale della categoria. A Olbia il presidio è stato costituito davanti alla sede della DeVizia, la ditta che si occupa del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti. L'adesione é stata numerosa, al netto dei lavoratori precettati per garantire i servizi essenziali. Secondo i sindacati sono stati 71 su 96 gli operai ad aver aderito allo sciopero.
L'astensione dal lavoro ha creato qualche problema nella normale procedura di ritiro dei rifiuti. L'assessorato all'Ambiente ha comunicato che intorno alle 13 la raccolta dell'umido risultava completata in solo 6 zone su 11, mentre la raccolta del secco ha subito ritardi consistenti e si sarebbe proceduto a recuperare nel turno pomeridiano di ieri o questa mattina alla ripresa dei turni. Anche il servizio di spazzamento stradale ha avuto ritardi e non è stato effettuato in alcune zone della città.
Lo smantellamento del contratto nazionale, non rinnovato da 28 mesi e in regime di proroga, passerebbe per l'abolizione dell'automatismo previsto dall'articolo 6, la "clausola sociale" che in caso di passaggio dell'appalto da un'azienda a un'altra consente di tutelare i lavoratori in base a mansioni, anzianità di servizio e tutti quei diritti che sarebbero messi in dubbio da subappalti e disciplina del Jobs Act. Tra le clausole contestate dai sindacati confederali c'è anche l'aumento dell'orario di servizio dalle 36 alle 38 ore settimanali e i primi tre giorni di malattia a carico del lavoratore. «La DeVizia non ha concertato con i sindacati i servizi minimi da garantire, così molti lavoratori sono stati precettati in maniera unilaterale – accusa Luisella Maccioni, segretaria della Cgil Funzione pubblica -. Sulla clausola sociale chiediamo alle amministrazioni pubbliche, quando assegnano gli appalti, di prevedere la continuità lavorativa, per non discriminare i lavoratori». In discussione c'è il contratto privato Fise, in Sardegna non ci sono "Utilities" pubbliche che svolgano direttamente il servizio. «Le tre sigle sindacali hanno deciso di comunicare alla commissione di garanzia una violazione del diritto di sciopero - sottolinea Giuseppe Ruiu, segretario Uil Trasporti -. L'Anci ci sta affiancando in questa difficile battaglia». Il prossimo incontro con la parte datoriale sarà il 6 giugno. In caso di mancato accordo, altro sciopero il 15 giugno. «Le aziende vogliono frammentare il contratto di lavoro, dividendo le aree di raccolta e trasporto rifiuti - precisa Masino Fresi della Fit Cisl -. Così si aprirebbe la strada ai subappalti riducendo i diritti dei lavoratori».