La Nuova Sardegna

Olbia

Infuriano le polemiche sulle bancarelle

di Dario Budroni
Infuriano le polemiche sulle bancarelle

Il sindaco Nizzi vuole trasferire le postazioni ambulanti dal lungomare ma Arché replica: siamo l’attrazione per i turisti

02 luglio 2016
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OLBIA. Il lungomare è in subbuglio. Sotto i gazebo bianchi di via Principe Umberto si respira una certa preoccupazione. L'allarme è scattato quando Settimo Nizzi ha detto che le bancarelle offrono uno spettacolo poco decoroso e che sarebbe meglio distribuirle in più punti del centro storico. Al momento, comunque, gli ambulanti preferiscono attendere un confronto con il sindaco. Non fanno le barricate e non si lanciano in attacchi contro la giunta. Vogliono vederci chiaro e discuterne direttamente con Nizzi. Ma in caso di fumata nera il lungomare potrebbe trasformarsi in un terreno di scontro tra la nuova amministrazione e gli operatori del mercatino estivo.

L'attesa. Settimo Nizzi, eletto sindaco neanche due settimane fa, ne ha parlato martedì in un incontro con la Confcommercio. Il giorno dopo ha ribadito la sua contrarietà ai titolari dei gazebo bianchi sul lungomare. «Vogliamo diffondere le bancarelle in tutto il centro perché penso che l'attuale collocazione sia poco decorosa – ha detto –. Quella di via Principe Umberto è una zona molto bella e non mi piace l'idea di coprire il muro di villa Tamponi. È un'area che potrebbe essere utilizzata diversamente». Per gli operatori delle bancarelle parla Antonietta Cossu. È la presidente di Arché, l'associazione che da anni organizza il mercatino sul lungomare. «A dire la verità ho appreso la notizia dalla stampa, quindi al momento non posso esprimere chiaramente le mie opinioni – commenta –. Abbiamo bisogno di confrontarci con il sindaco per capire quali siano realmente le sue intenzioni. Nei prossimi giorni mi incontrerò con lui».

La difesa. La presidente di Arché, ovviamente, difenderà il mercatino. Per lei le bancarelle di via Principe Umberto sono anche un richiamo per i turisti. «Noi, comunque, le autorizzazioni le chiediamo all'Autorità portuale. Poi magari la politica può intervenire, ma bisogna vedere come – osserva Antonietta Cossu –. A parte questo, io ho iniziato con le bancarelle nel 1998 e ricordo che tutti si lamentavano per la cattiva organizzazione. Negli anni, poi, le cose sono cambiate. Nel 2008 abbiamo organizzato il primo mercatino come associazione Arché e di certo non possiamo essere accusati di disordine o poco decoro. Sono state fatte tante migliorie e gli stand sono tutti uguali». Secondo Antonietta Cossu delle bancarelle di via Principe Umberto beneficia tutto il centro città. «Noi facciamo aumentare le presenze – spiega –. Perché i turisti passano in auto davanti a noi, vedono che c'è qualcosa e si fermano. Noi funzioniamo da insegna. Non dimentichiamo poi che l'associazione Arché organizza da anni un festival jazz sempre più importante e ora anche il teatro in lingua sarda. Sono iniziative finanziate da noi».

La Confcommercio. La questione, comunque, non riguarda solo Comune e ambulanti di via Principe Umberto. Anche la Confcommercio si è espressa e ha detto la sua sulle bancarelle. «Di certo non vogliamo togliere il lavoro a nessuno e non vogliamo cancellare il mercatino – spiega il presidente Pasquale Ambrosio –. Però penso che sia necessario ripensare il centro e quindi anche la sistemazione delle bancarelle». L'idea della Confcommercio è sostanzialmente questa: lasciare liberi il Corso e le vie principali del centro e individuare delle aree ben precise nelle quali sistemare i mercatini, magari a tema. Un modo per non sovrapporre le bancarelle ai negozi e per liberare il lungomare dai gazebo. Ultimamente, inoltre, sono comparsi degli stand bianchi anche sul waterfront. Pure questa una iniziativa (non porta la firma di Arché) che da un punto di vista visivo non piace alla Confcommercio.

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