La Nuova Sardegna

Olbia

Prospettiva Donna: no ai tagli, si chiude

di Stefania Puorro

Il grido di dolore lanciato dalla presidente Patrizia Desole: «È inaccettabile, sono pronta anche allo sciopero della fame»

26 luglio 2016
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OLBIA. Il grido di dolore è forte. E’ quello dei centri antiviolenza, ora a rischio chiusura per mancanza di fondi. «In tutta Italia, dei 16,5 milioni previsti per il 2012-2013 dal Piano nazionale antiviolenza e dati alle Regioni - come ha dichiarato a Repubblica Titti Carrano, presidente dei centri antiviolenza D.i.Re - ben poco o niente è arrivato a chi opera nel territorio». A coloro cioè che proteggono, abbracciano e regalano una nuova vita a tante, tantissime donne vittime di abusi e violenze di ogni genere. Tra gli otto centri della Sardegna in cui sta montando la protesta, c’è pure Prospettiva Donna. La presidente Patrizia Desole, in mancanza di segnali concreti, è disposta anche a fare lo sciopero della fame, «perché una realtà indispensabile come la nostra e di cui donne e bambini non possono fare a meno, non può essere cancellata».

Patrizia Desole fa riferimento al recente incontro organizzato a Cagliari dalla Commissione Pari Opportunità regionale, finalizzato a costituire un “tavolo permanente contro la violenza sulle donne. «E’ emerso invece, con grande stupore, un arretramento, un tuffo nel passato teso ad annullare e disperdere un grande patrimonio di diritti e srumenti a favore delle donne e dei loro figli, vittime di violenza maschile e di genere. Pensavamo che la voce dei Centri venisse ascoltata - scrive la Desole in una lettera aperta al presidente della Regione Francesco Pigliaru -, invece il loro ruolo è stato sminuito e delegittimato senza confronto, dimenticando che essi sono fondamentali per combattere questo fenomeno: i centri sono tutti i giorni e tutte le notti in prima linea, e rappresentano per le donne il luogo dove intraprendere percorsi di libertà. Invece si è parlato di trattare e di medicalizzare le vittime, contrariamente a quanto stabilito dai protocolli internazionali».

Il Centro Prospettiva donna, in questi anni, ha salvato centinaia di donne, ha restituito loro il sorriso, ha ridato la serenità ai loro bambini. «Eppure - prosegue Patrizia Desole - non abbiamo ricevuto più contributi dal 2014. E siamo a rischio chiusura. Sono già 46 i casi di femminicidio in Italia nel 2016, senza considerare stupri, stalking, molestie e violenza in famiglia.E’ da noi che le donne disperate, terrorizzate, violentate nell’anima e nel corpo, vengono a bussare. Dove andranno? Chi le aiuterà? Dall’incontro di Cagliari ci aspettavano un sostegno forte alla nostra indispensabile opera di aiuto concreto alle donne, di sensibilizzazione, di formazione, di prevenzione. Ci aspettavano un impegno a eliminare il più possibile gli ostacoli burocratici che rendono ancor più difficile il nostro lavoro. Che senso hanno questi tavoli se non si sostengono davvero i centri che lavorano sul campo? Le donne e i loro figli hanno bisogno di risposte tempestive e di un confronto con la parte politica. In caso contrario siamo pronte a tutto. Iniziando anche uno sciopero pacifico della fame davanti al Palazzo della Regione».

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