La Nuova Sardegna

Olbia

Le concessioni per le cozze ferme in Regione da 1 anno

di Serena Lullia
Le concessioni per le cozze ferme in Regione da 1 anno

Il Consorzio mitilicoltori ha vinto il bando per gestire 150 ettari di spazi a mare Ma manca l’ottavo e ultimo parere che compete all’assessorato all’Ambiente

23 agosto 2016
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OLBIA. Il futuro della mitilicoltura olbiese è fermo davanti alla porta dell'assessorato regionale all’Ambiente. Il rilascio delle concessioni agli agricoltori del mare aspetta l’ottavo e definitivo via libera. A metà luglio il Consorzio dei molluschicoltori ha risposto all’ultima richiesta della Regione. Una relazione che dimostri che gli impianti dell’oro nero non avranno effetti negativi sull’ambiente. L’assessorato all’Ambiente per legge ha tempi biblici per esprimere il suo parere. Tra i 90 e i 120 giorni. La burocrazia dal passo lento mette così il freno agli investimenti del comparto. Nell’attesa del via libera i mitilicoltori si trovano nell’imbarazzante condizione di abusivi. Non possono quindi assumere né fare investimenti di lungo periodo.

Iter lungo un anno. Nel luglio del 2015 la Regione comunica al Consorzio che ha vinto il bando per la concessione degli spazi di mare nel golfo per 15 anni. La notizia viene accolta come storica per il settore orgoglio della città. Ma prima di festeggiare bisogna passare attraverso un complesso iter di legge. Servono otto pareri da otto enti diversi. Al momento il Consorzio ne ha ottenuto sette. Manca solo quello dell’assessorato all’Ambiente.

Screening. Il criptico linguaggio della burocrazia la definisce “Verifica di assoggettabilità/screening a valutazione di impatto ambientale”. In pratica la Regione chiede ai mitilicoltori di dimostrare che i loro impianti non inquineranno il golfo. «Una legge nazionale prevede questa procedura per gli impianti di piscicoltura con superficie superiore a 5 ettari – spiega Mauro Monaco, presidente del Consorzio (foto) – . L’assessorato all’Ambiente ha equiparato la mitilicoltura alla piscicoltura. Inizialmente ci eravamo opposti a questa richiesta, la consideravamo sbagliata. Le cozze filtrano l’acqua, non la sporcano come i pesci. Abbiamo comunque assolto a questo obbligo di legge e alla metà di luglio abbiamo depositato la nostra relazione».

Tempi lumaca. La legge concede tempi lunghi all’assessorato all’Ambiente per il via libera. Da tre a quattro mesi. «Quindi il parere arriverà tra ottobre e dicembre – aggiunge Monaco –. Tempi lunghi per un settore come il nostro in cui si lavora con 6-12 mesi di anticipo. Adesso noi preleviamo il novellame che diventerà cozza adulta nel 2018. Nel frattempo stiamo lavorando per ottenere dall’assessorato all’Agricoltura una temporanea autorizzazione a esercitare l’attività, in attesa di ottenere la concessione per 15 anni».

Urgenza. Il presidente Monaco non polemizza con la Regione. Ma fa capire che, con un pizzico di impegno in più, si potrebbe trovare la soluzione per accorciare i tempi della burocrazia. «I tempi tecnici stabiliti dalla legge vanno rispettati – conclude –. Ma si potrebbero tagliare se venisse riconosciuta alla nostra pratica un carattere di urgenza. Le condizioni ci sono tutte. Il nostro comparto non può fare investimenti di lungo periodo se non è titolare della concessione. Le banche sono pronte a finanziarci ma non possono farlo senza i documenti che attestino la titolarità delle concessioni. Non possiamo nemmeno assumere. Ci sono almeno un centinaio di posti di lavoro bloccati».

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