La Nuova Sardegna

Olbia

Nizzi: «La mia ordinanza illegittima ma necessaria»

Nizzi: «La mia ordinanza illegittima ma necessaria»

Il sindaco l’aveva firmata all’indomani dell’incendio alla discarica di Spiritu Santu Ma la Provincia ne aveva subito preparata un’altra in quanto ente competente

24 agosto 2016
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OLBIA. La discarica di Spiritu Santu fa litigare Provincia e Comune. L’amministratore straordinario dell’ente, Guido Sechi, ha firmato una ordinanza che autorizza il Cipnes a conferire il rifiuto secco nell’impianto senza triturarlo. Una misura tampone dopo l’incendio di sabato. Un provvedimento legittimo, a differenza di quello firmato 24 ore prima dal sindaco Settimo Nizzi. «Tutto mi sarei aspettato da un vecchio burocrate come Sechi ma non un attacco personale così violento nei miei confronti», commenta il primo cittadino. Sechi aveva precisato che l’ordinanza del Comune non aveva alcuna legittimità. Spetta infatti alla Provincia la competenza in materia ambientale. «Sappia Sechi che non è stato messo lì per impartire lezioni a nessuno – aggiunge Nizzi –. Come prevede il galateo istituzionale bene avrebbe fatto bene a chiamarmi e a ringraziarmi per aver firmato l’ordinanza che autorizzava i camion del secco a entrare alla discarica piuttosto che soffermarsi a fare valutazioni di altro tipo. Il mio intervento all’indomani dell’incendio all’impianto di Spiritu Santu era doveroso. Sabato sera, mentre Sechi si godeva le vacanze o era in panciolle io mi preoccupavo del problema che riguardava il comune di Olbia, di mia competenza. Perché spetta al sindaco salvaguardare il proprio territorio quando c’è rischio di danno all’ambiente e alla salute pubblica». Nizzi sottolinea ancora la scorrettezza istituzionale. «Invece di bearsi sulla stampa per aver firmato una ordinanza formalmente corretta poteva chiamarmi – aggiunge –. Perché è vero che dal punto di vista giuridico la sua ordinanza è ineccepibile, ma ha torto marcio dal punto di vista del rispetto istituzionale. Spero che il suo mandato duri ben poco. Sechi e la provincia di Sassari non ci rappresentano e non ci hanno mai rappresentato». (se.lu.)

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