Per il souvenir si rischia la multa fino a 9.000 euro
Souvenir ricordo di una bella vacanza oppure preziosi cimeli da vendere all’asta su eBay ai collezionisti? A vederla così, la refurtiva confezionata in bustine chiuse ciascuna con la sua etichetta...
Souvenir ricordo di una bella vacanza oppure preziosi cimeli da vendere all’asta su eBay ai collezionisti? A vederla così, la refurtiva confezionata in bustine chiuse ciascuna con la sua etichetta che indica la spiaggia di provenienza, fa una certa impressione. Ciotoli levigati dal mare, briciole di quarzo, sabbia finissima e poi conchiglie lucide e occhi di Santa Lucia. Pezzi minuscoli di Sardegna da conservare in un vasetto o vendere a buon prezzo. Nel mirino dei pirati delle spiagge c’è un po’ di tutto e l’idea che possa non trattarsi soltanto della caccia ai sounvenir è più che fondata. Poi si riconsidera tutto quando capita di osservare moltissime spiagge sarde dove nel bagnasciuga si accalcano i cacciatori di minuscoli frammenti di corallo oppure gli occhi di Santa Lucia trasportati dalla corrente. Per un pugno di sabbia si rischiano comunque sanzioni pesanti, da 1.500 a 9.000 euro. In Gallura mediamente si rischia una multa da 3.000 euro. È un illecito amministrativo previsto dal Codice della navigazione, ma nei casi più gravi dove davvero non si può parlare di sounvenir, si rischia la denuncia all’autorità giudiziaria per il reato penale di sottrazione illegale di beni indisponibili. Insomma, al malcapitato turista il souvenir rischia di costare piuttosto caro e la vacanza rovinata. Sempre nulla però in confronto al danno recato al patrimonio ambientale dell’isola .