La Nuova Sardegna

Olbia

Dopo l’alluvione un anno di isolamento

di Dario Budroni

In ritardo il cantiere per la ricostruzione, sabato manifestazione di protesta degli abitanti di Isticadeddu, Pasana e Putzolu

28 settembre 2016
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OLBIA. Il rumore meccanico dei cingolati è la musica che ogni mattina sveglia Isticadeddu. Le ruspe e gli operai sono al lavoro per ricostruire il ponte sul rio Siligheddu. La nuova opera comparirà entro Natale, il Comune ha dato la sua parola. Ma il ritardo è netto. Il ponte sarebbe dovuto essere già pronto. Quindi sabato mattina gli abitanti della periferia ovest della città scenderanno per strada, accanto al cantiere sulle sponde del Siligheddu, per elencare i disagi subiti da famiglie e imprese e per chiedere che in futuro si evitino simili ritardi. La data della manifestazione non è stata scelta a caso. Sabato è infatti il primo ottobre, primo anniversario della seconda alluvione che si è abbattuta su Olbia, solo due anni dopo Cleopatra. Quella mattina il livello del Siligheddu salì nel giro di pochi minuti. L'acqua scavalcò gli argini ed entrò ancora una volta nelle case. Nel primo pomeriggio l'allora sindaco Gianni Giovannelli ordinò la demolizione del vecchio ponte-tappo sul Siligheddu, in via Vittorio Veneto, per evitare che Isticadeddu finisse sott'acqua per la seconda volta in un solo giorno. Il problema, però, è che le operazioni di ricostruzione si sono dilatate nel tempo.

Un anno di disagi. Dopo la demolizione del ponte-tappo sul Siligheddu, che aveva strozzato il deflusso delle acque e quindi causato l'inondazione del rione, per centinaia di famiglie è cominciato un lungo calvario. Via Vittorio Veneto è tagliata in due. Per raggiungere la sponda opposta del fiume bisogna percorrere circa 5 chilometri in più, passando per la circonvallazione. Quindi numerosi cittadini, riuniti nel comitato «Un ponte per unire», sabato manifesteranno la loro insoddisfazione, alle 11 in via Vittorio Veneto, angolo via Marco Polo. «Oltre mille famiglie hanno speso mediamente 100 euro in più al mese di carburante - spiegano in un volantino -. E senza contare gli ulteriori costi e disagi dovuti alla perdita di tempo e al dispendio di energie che hanno messo a dura prova la resistenza psicofisica dei cittadini». A farne le spese soprattutto chi abita a Isticadeddu, Pasana, Maltana, Putzolu, Raica e Mannazzu. Duramente colpite anche le attività commerciali, che a causa della dilatazione dei tempi di percorrenza e della conseguente diminuzione del traffico hanno visto le proprie casse prosciugarsi.

La lunga attesa. I promotori della manifestazione non contestano la demolizione del ponte-tappo. Però contestano i tempi di ricostruzione. Il Comune aveva subito inserito il nuovo ponte nel primo lotto del Piano Mancini. Sarà a campata unica, avrà marciapiedi e pista ciclabile. Sarebbe dovuto essere pronto entro l'estate, ma la scoperta di una falda acquifera aveva interrotto per mesi i lavori. Le ruspe sono quindi tornate sul Siligheddu solo a fine agosto. Morale: il ponte sarà pronto entro Natale.

Mai più ritardi. Il sit-in di sabato ha anche l'obiettivo di mettere in guardia il Comune. Quello di via Vittorio Veneto è infatti solo il primo passo del piano di mitigazione del rischio idrogeologico. Presto in città partiranno tanti altri cantieri: saranno demoliti numerosi ponti, molti dei quali saranno ricostruiti. «Manifestiamo per rimarcare i danni causati da un'opera incongrua - continuano i promotori della manifestazione –. Ma anche per contestare il modus operandi, che è la prima causa delle lungaggini, affinché non diventi modello per tutti i prossimi appalti relativi al piano di sicurezza».

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