La Nuova Sardegna

Olbia

Nasce il comitato “Gallura per il sì”

Nasce il comitato “Gallura per il sì”

La neo-compagine abbraccia esponenti di diversi orientamenti politici

13 novembre 2016
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TEMPIO. Nasce il comitato provinciale “Gallura per il sì”. Ad annunciarlo con un comunicato sono Andrea Viola e Vittorio Masu, entrambi ex consiglieri provinciali e comunali del Pd nei loro rispettivi comuni, Golfo Aranci e Tempio. Andrea Viola, componente della segreteria provinciale Pd, Vittorio Masu, politicamente sull’Aventino, dal maggio del 2015, quando, per la prima volta nella sua storia il Pd cittadino fu cancellato dal consiglio comunale. Alla vigilia del referendum, i due tornano in campo con un’iniziativa extra cittadina. «Iniziativa singolare nel quadro politico generale – scrivono i due – Non tanto per la nascita di un comitato provinciale per il sì, quanto per il fatto che si tratta del primo comitato provinciale che abbraccia figure di diversi orientamenti politici. A significare che la Gallura, ha davvero necessità di camminare unita, con una visione politica che metta al primo posto le necessità reali del territorio e dei suoi abitanti piuttosto che le ambizioni personali». Noti i fondatori: Pietro Pirina di Luogosanto, Andrea Viola di Golfo Aranci, Vittorio Masu, Antonio Paolo Fara e Renato Lattuneddu tutti di Tempio, Pietro Bianco di Aggius, Piermario Inzaina di Calangianus, Pietro Scarpa di Arzachena e Paride Pileri di Trinità. «La scelta di creare un comitato per il sì, in Gallura – si legge ancora nel comunicato –, è nata dopo una serie di incontri fra amici, di diversa estrazione politica, determinati ad andare oltre lo steccato di un referendum o di uno statuto di partito, per costruire e progettare una Gallura politicamente e amministrativamente diversa e fuori dalle vecchie logiche che rischiano di personalizzare una riforma che non è appannaggio di una sola forza politica ma che riguarda il futuro di tutti. In queste settimane si cercherà di sviluppare il dibattito politico andando nel merito della riforma – scrivono – Abbiamo deciso di rischiare politicamente e metterci in gioco perché è inammissibile che chi ha avuto responsabilità di governo in questi ultimi vent’anni, adesso si presenti come la soluzione di tutti i problemi. Soprattutto, è inaccettabile che gran parte della nomenclatura di centro destra e centro sinistra, (che questa riforma l’ha votata nelle diverse fasi di approvazione parlamentare), si dilegui ora dalla competizione, sempre pronta però a salire sul carro del vincitore chiunque esso sia». (a.m.)

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